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Scambi di colture tra Europa e Asia risalenti a 5200 anni fa

Scritto da Leonardo Debbia il 08.03.2020

Più di cinque millenni fa le colture agricole presero a diffondersi nel continente eurasiatico, portando ad un significativo cambiamento delle popolazioni del mondo antico.

Oggi, nuove scoperte sui Monti Altai, in Cina, mostrano che questo processo avvenne prima di quanto finora sia mai stato ritenuto.

E’ famosa e conosciuta da tutti la cosiddetta ‘Via della seta‘, l’intreccio di itinerari commerciali tra l’Impero Romano e l’Impero cinese, che collegava l’Asia centrale e il Medio Oriente, ma molti ignorano che lo scambio di oggetti, idee, tecnologie e – non ultimi – geni umani, abbia anticipato la comunicazione tra le valli delle montagne dell’Asia centrale quasi tre millenni prima che si formassero le reti commerciali organizzate.

Antiche vie della seta terrestri e marittime (da Wikipedia)

Antiche vie della seta terrestri e marittime (da Wikipedia)

Queste rotte di scambio, che precedettero la via (o meglio, le vie) della seta ‘storiche’, svolsero un ruolo cruciale nello sviluppo culturale tra le comunità umane dell’Europa e dell’Asia, dacchè facilitarono anche la diffusione di alcune tecnologie, quali l’allevamento dei cavalli e la fusione dei metalli nell’Asia Orientale.

Uno degli effetti, forse meno conosciuto ma non per questo meno importante – anzi, forse rivoluzionario – fu sicuramente la prima diffusione culturale verso Ovest delle colture del Nord-est asiatico e la diffusione verso Est delle colture del Sud-ovest asiatico.

Uno scambio di colture che avrebbe condizionato i millenni futuri.

Purtroppo, fino a questi ultimi anni, la carenza di studi archeobotanici in Asia centrale ha fatto sì che la conoscenza del verificarsi di questi processi tardasse ad affiorare.

Oggi, un nuovo studio, frutto della collaborazione tra scienziati dell’Accademia cinese delle Scienze di Pechino e dell’Istituto Max Planck per la Scienza della Storia umana di Lipsia, ha fornito importanti dettagli su antichi cereali recuperati solo recentemente da regioni dell’estremo Nord dell’Asia interna.

La datazione al radiocarbonio mostra che i chicchi rinvenuti rappresentano i più antichi esempi di grano e orzo mai ritrovati finora nell’estremo Nord asiatico, retrodatando di almeno un millennio le origini delle prime coltivazioni nella regione.

Queste sono anche le prime piante domestiche segnalate come provenienti dalla metà settentrionale dell’Asia centrale, il nucleo dell’antico corridoio di scambio.

Lo studio raccoglie i dati relativi ai pollini sedimentari e al carbone vegetale antico con resti archeobotanici di un sito tiangtiano nelle montagne cinesi dell’Altai, rivelando come gli esseri umani del tempo fossero stati in grado di sviluppare e mantenere colture a così estreme latitudini settentrionali.

Gli antichi ascendenti delle piante di grano e orzo dovettero evolversi per adattarsi e crescere nel clima caldo e secco del Mediterraneo orientale e dell’Asia sudoccidentale. Ma questo studio, tuttavia, mostra che i popoli antichi coltivavano già questi cereali a più di 5000 chilometri a nord-est dei luoghi dove si erano evoluti.

Il dr Xinying Zhou e il suo team integrano i dati paleoambientali con le temperature per determinare quanto estrema fosse l’ecologia attorno al sito archeologico di Tangtian; una grotta, in quell’epoca (più di 5000 anni fa), allorchè risulta esser stata abitata.

Questo sito si trova in altitudine sui monti Altai, in un clima che oggi è freddo e asciutto.

Lo studio mostra però che al tempo dell’occupazione umana, l’ambiente ecologico attorno alla grotta era leggermente più umido e più caldo, probabilmente grazie all’afflusso di aria calda e umida proveniente da sud.

L’analisi ha mostrato la grande adattabilità delle piante nella programmazione della loro resistenza alle basse temperature e alle variazioni di lunghezza delle giornate, per poter fiorire e mantenersi in un clima così freddo.

Questo studio mette in evidenza l’importanza della nascita delle antiche rotte di scambio, che indubbiamente guidarono e condizionarono il corso della storia umana.

A tale proposito, segnaliamo che il dr Spengler, uno degli studiosi partecipanti alla ricerca, ha fornito un’ampia descrizione del fenomeno in un suo recente libro, ‘Fruit from the Sands‘.

La mescolanza di colture provenienti dalle estremità opposte del continente asiatico ebbe l’effetto di introdurre i cicli di rotazione delle colture che incrementarono la crescita demografica e condussero alla formazione di una nuova entità di aggregazione umana, gli Imperi.

Per fare qualche esempio, si sottolinea che, a seguito di questi scambi, il miglio dell’Asia orientale sarebbe divenuto una delle colture più importanti nell’antica Europa; mentre, viceversa, il grano europeo sarebbe divenuto una delle colture più importanti nell’Asia orientale sotto la dinastia Han.

E ancora, mentre il riso, lungamente coltivato nell’Asia orientale, costituisce un alimento base della cucina asiatica, la cucina cinese sarebbe irriconoscibile senza prodotti a base di grano, come i panini al vapore, gli gnocchi e i noodles.

Questa nuova scoperta suggerisce che la miscelanza di popolazioni diverse ha contribuito alla storia del mondo, attraverso la migrazione e gli scambi culturali.

“Questo studio non solo indica le prime date di domesticazione dei cereali nell’estremo Nord asiatico, ma rappresenta i primi inizi di scambi trans-euroasiatici che alla fine sfociarono nello sviluppo della famosa ‘Via della Seta’”, afferma il prof. Xiaoqiang Li, direttore dell’Istituto di paleontologia dei vertebrati e paleoantropologia di Pechino.

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