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Scoperto DNA dei Denisova nei primi asiatici orientali

Scritto da Leonardo Debbia il 25.12.2020

I ricercatori del Max-Planck Institute for Evolutionary Anthropology di Lipsia hanno analizzato il genoma del più antico fossile umano rinvenuto in Mongolia – una donna di 34mila anni fa – che pare abbia ereditato circa il 25 per cento del suo DNA da eurasiatici occidentali; una prova quindi che gruppi di questi antichi ominidi avrebbero attraversato il continente eurasiatico poco dopo la colonizzazione da parte degli antenati delle attuali popolazioni.

Sia in questo fossile, come in quello di un individuo cinese di 40mila anni fa, è stato trovato DNA appartenente ai Denisova, una forma estinta di ominidi che abitava l’Asia prima dell’arrivo degli esseri umani moderni.

Ecco come si è arrivati a questa conclusione.

Nel 2006 fu scoperto un cranio di un ominide nella valle di Salkhit, contea di Norovlin, in Mongolia orientale, che presentava peculiari caratteristiche morfologiche che facevano dubitare sulla sua classificazione: apparivano troppo ‘moderni’ per questo ominide.

Calotta cranica femminile rinvenuta a Salkhit, in Mongolia (Accademia Mongola delle Scienze; Institute of Archaeology)

Calotta cranica femminile rinvenuta a Salkhit, in Mongolia (Accademia Mongola delle Scienze; Institute of Archaeology)

Questi resti rappresentano oggi l’unico fossile di ominide del Pleistocene trovato nel Paese.

Inizialmente, venne definito come Mongolanthropus, ma poi sorsero incertezze se ritenerlo un Neanderthal, se non addirittura un Homo erectus con caratteri ‘moderni’.

Successivamente, il DNA antico estratto dalla calotta cranica lo rivelò come appartenente ad un essere umano moderno di sesso femminile, vissuto 34mila anni fa, che risultava tuttavia più legato agli asiatici che agli europei.

I confronti con l’unico altro individuo dell’Asia orientale studiato fino ad oggi, un maschio di 40mila anni rinvenuto nella grotta di Tianyuan, vicino Pechino, mostrano delle correlazioni significative tra loro.

Tuttavia, esistono evidenti differenze genetiche perchè un quarto dell’ascendenza dell’individuo di Salkhit sembrerebbe derivare da eurasiatici occidentali, probabilmente una impronta lasciata da ibridazioni con antichi siberiani.

“Questa è una prova consistente che le comunità umane moderne dell’Asia orientale erano già abbastanza mescolate prima di 34mila anni fa”, afferma Diyendo Massilani, ricercatore presso il Max-Planck Institute e autore leader dello studio. “Questo raro esemplare mostra che sia le migrazioni di gruppi umani che le interazioni tra popolazioni di tutta l’Eurasia erano già frequenti intorno ai 35mila anni fa”.

I ricercatori del Max-Planck, per estrarre segmenti di DNA nel genoma della donna di Salkhit e nell’individuo di Tianyuan, hanno utilizzato un nuovo metodo, scoprendo che i due genomi contengono non solo DNA dei Neanderthal, ma anche DNA dei Denisova, parenti asiatici dei Neanderthal.

“E’ affascinante osservare che gli antenati degli esseri umani più antichi dell’Asia orientale da cui siamo stati in grado di ottenere dati genetici si erano già ibridati con i Denisova, gli ominidi che hanno contribuito alla discendenza delle attuali popolazioni dell’Asia e dell’Oceania”, afferma Byambaa Gunchinsuren, ricercatrice di Archeologia presso l’Accademia delle Scienze in Mongolia. “Questa è la prova che Denisova ed esseri umani moderni si erano incontrati e ibridati più di 40mila anni fa”.

“E’ interessante notare che i frammenti di DNA Denisova in questi asiatici orientali molto antichi sono compatibili con i frammenti di DNA Denisova nei genomi delle popolazioni attuali dell’Asia orientale, ma non con i fossili Denisova degli abitanti dell’Oceania.

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