Le zone più remote dei nostri mari non riusciranno a salvarsi dagli effetti dei cambiamenti climatici. A dirlo un nuovo studio basato su modelli climatici avanzati. Le creature che vivono nelle profondità marine più remote potrebbero anch’esse subire gli effetti del riscaldamento globale. Secondo i ricercatori che hanno condotto lo studio, si tratta di una previsione sconcertante per la quantità di vita marina che scomparirebbe. Gli impatti sulla pesca, nel caso in cui la previsione fosse veritiera, sarebbero enormi.
La ricerca è stata condotta dal National Oceanography Centre ed è stata pubblicata sulla rivista Global Change Biology
Una riduzione del 5% a livello globale delle creature marine. Gli scienziati hanno spiegato che le perdite dovrebbero essere omogenee in tutto il mondo, ma il Nord Atlantico sarà particolarmente minacciato con una perdita prevista di ben il 38%. Questi i risultati della ricerca. Secondo gli scienziati la riduzione avrà un impatto notevole sui beni e servizi ecosistemici: la pesca in alcune zone in particolare sarà seriamente minacciata.
Le grandi creature marine, come questo Corymorpha glacialis, potrebbero subire una grave minaccia a causa dei cambiamenti climatici, secondo i risultati della ricerca del National Oceanography Centre. Crediti: National Oceanography Centre
Gli scienziati hanno potuto dimostrare che anche le creature marine che vivono ad oltre 4 chilometri di profondità saranno minacciate ai cambiamenti climatici. Infatti queste si nutrono dei residui della vita che abita gli strati superiori dell’acqua che si depositano sul fondale marino. Questi residui diminuiranno, secondo la previsione dei ricercatori, a causa della diminuzione dei nutrienti, ma anche a causa dei cambiamenti nella circolazione degli oceani dovuti alle variazioni nella temperatura e a causa di una più netta separazione fra gli strati dell’acqua, anch’essa causata dai cambiamenti climatici.
Il Dott. Daniel Jones dice: “Ci sono state alcune speculazioni sugli gli impatti dei cambiamenti climatici sul fondo del mare, ma abbiamo voluto provare e fare proiezioni numeriche per questi cambiamenti e stimare precisamente dove si potrebbero verificare”.
“Ci aspettavamo alcune variazioni negative in tutto il mondo, ma la portata dei cambiamenti, in particolare nel Nord Atlantico, sono sconcertanti. Stiamo parlando di una perdita di vita marina superiore al peso di tutte gli umani che abitano la Terra messi insieme.”
I cambiamenti previsti per la vita marina non sono omogenei in tutto il mondo, ma la maggior parte delle aree sperimenteranno una variazione negativa. Oltre l’80 per cento di tutti gli habitat chiave individuati – come le barriere coralline di acqua fredda, le montagne sottomarine e i canyon – subiranno perdite di biomassa totale. L’analisi prevede anche che gli animali diventeranno più piccoli.
Ma gli animali più piccoli usano l’energia in maniera meno efficiente, in questo modo incidendo in maniera negativa sulla pesca e aggravando il costo della perdita.