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Antartide, la spedizione è anche italiana

Scritto da Silvia Buda il 14.02.2015

Ha preso il via la spedizione scientifica italiana del veterinario e ricercatore Nicola Pussini che, per la durata di un mese, vivrà con altri 4 scienziati americani, in un campo base sull’isola Livingstone. Pussini, partito il 10 febbraio scorso, è alla sua terza esperienza in Antartide. Il ricercatore italiano dell’Acquario di Genova resterà laggiù, insieme agli altri studiosi, fino al 15 marzo e ci farà conoscere meglio e più da vicino quell’immensa distesa ghiacciata che è l’Antartide.

Antartide

Nicola Pussini è stato chiamato chiamato dal Noaa, acronimo che sta per National oceanic and atmosferic administration, per partecipare a una spedizione in un Campo Remoto Stagionale, luogo che si potrebbe definire “la fine del mondo” visto che, in estate, ha una temperatura media di intorno a 0°C e gode solo di due giorni di sole al mese.

Questa spedizione scientifica è molto degna di nota poiché è la prima volta che l’istituto statunitense Noaa chiama l’Italia per realizzare una spedizione scientifica congiunta.

La spedizione ha come finalità quella di comprendere meglio i delicati equilibri degli oceani, attraverso lo studio degli animali che la abitano, soprattutto foche e otarie.

Nello specifico, la spedizione ha tre obiettivi principali.

Il primo obiettivo consiste nel monitorare la diffusione di krill, quegli organismi, molto simili a dei minuscoli gamberetti, che costituiscono la base del nutrimento di foche, otarie antartiche e pinguini antartici. Il krill è molto ricercato e per questo motivo viene pescato in grandi quantità per l’ampio uso che se ne fa sia nell’alimentazione che per l’industria farmaceutica. Ad esempio, in Giappone, conosciuto col nome di okiami, è molto consumato.

Il secondo obiettivo, riguarda la realizzazione di un protocollo di anestesiologia per le foche di Weddell e le otarie orsine. Infine, il terzo obiettivo, di non minore importanza, concerne sia il ricontrollo di tutti quegli animali controllati e registrati nelle precedenti ricerche, sia i campionamenti di tessuti degli animali, da parte degli scienziati, per valutare la presenza, o meno, di eventuali inquinanti.

Nicola stesso ha affermato quanto segue “È una ricerca che serve a capire com’è il nostro presente e come sarà il nostro futuro” – ha poi aggiunto – “Insieme al Noaa, che ha voluto questa collaborazione con l’Acquario di Genova, lavoriamo con un concetto One Health. Vuol dire che malattie animali, salute umana e cambiamenti climatici rientrano tutte in un sistema unico. L’Antartide è una sentinella dello stato di salute del Pianeta”.

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