Un progetto europeo dal carattere unico, stiamo parlando del Life+ Biodiversity “Una ragione per la speranza: il ritorno dell’Ibis eremita”, in collaborazione con Parco Natura Viva di Verona, unico partner italiano del progetto, che vede come protagonista principale una specie migratrice: l’ Ibis eremita. L’Ibis è una specie di uccello, caratterizzato da becco rosso e un particolarissimo piumaggio nero con riflessi metallici, in Europa centrale non esiste più allo stato selvatico da oltre 400 anni. L’estinzione di questa specie è data principalmente dagli abbattimenti venatori, dal prelievo effettuato nel passato dei piccoli nati in natura e dalla perdita dell’habitat ottimale. Ad oggi questo volatile è considerato ad alto rischio di estinzione.
In questo contesto, il progetto ha come scopo principale la reintroduzione dell’Ibis eremita in Europa come specie migratrice. Per far ciò i ricercatori stanno cercando di insegnare a questa specie la rotta migratoria per far sì che torni a popolare i territori naturalmente, ma come?
I piccoli di Ibis eremita nati in cattività vengono addestrati al volo e presi “sotto l’ala” di un ultraleggero con funzione di “genitore sostitutivo”, che li guida e gli insegna letteralmente la rotta migratoria da percorrere. Ultimamente 3 Ibis sono partiti il 25 ottobre dall’Austria, hanno fatto tappa principalmente in provincia di Trento, Pianura Padana, Modena e Sassuolo e dopo sei giorni i nostri amici alati sono arrivati nel sito di svernamento individuato dai ricercatori: l’Oasi WWF Laguna di Orbetello in Toscana, tra l’entusiasmo generale.
Volo degli Ibis con “genitori addottivi”
Ma non è finita qua, il progetto infatti continua quotidianamente con il monitoraggio degli animali grazie all’utilizzo di piccoli zainetti radio con trasmettitori GPS, che trasmettono il segnale degli spostamenti di questa nuova colonia in tempo reale. E’ possibile visualizzare la loro esatta posizione scaricando la app gratuita “Animal Tracker”.
Purtroppo il progetto ha visto anche qualche difficoltà, infatti, durante la migrazione ci sono state alcune perdite dovute ad attività di caccia illegale. In questo contesto, la collaborazione di associazioni come la Federazione Nazionale della Caccia (FIDC) è diventata indispensabile. Il rapporto è stato sancito con l’adozione di Artemide, di Granduca da parte della CCT e di Monna Lisa da parte della FIDC Firenze.
Anche sul territorio del sito di svernamento, la Toscana, la decisione ed il sostegno della FIDC provinciale di Grosseto, sta contribuendo a sensibilizzare la popolazione sull’importanza del progetto. L’adozione di un Ibis, chiamato Dante, è un gesto importante che sottolinea in maniera formale e pubblica il sostegno al progetto al fine di arginare i casi di bracconaggio.
L’azione di promozione e sensibilizzazione che anche un’associazione venatoria come Federcaccia sta apportando, rimarca maggiormente l’importanza di questo lavoro e la necessità di creare una rete di sostegno anche tra i cittadini per la buona riuscita della reintroduzione.
La tutela dell’ambiente e la lotta al bracconaggio deve essere una prerogativa di tutti, la possibilità che i ricercatori stanno dando all’Ibis eremita non può essere distrutta da azioni illegali. L’adozione dell’Ibis Dante, come tutti gli Ibis adottati sarà il simbolo di un’alleanza tra la ricerca e il mondo venatorio, uniti per la salvaguardia della biodiversità.
Per altre informazioni relative al progetto, per adottare un Ibis eremita e per segnalare eventuali avvistamenti è possibile scaricare la app e consultare il sito: www.waldrapp.eu oppure la pagina facebook “BentornatoIbis”.
Consegna attestato adozione Ibis Dante da parte della Dr.ssa Nicoletta Perco, ricercatrice del Progetto Ibis eremita, e Luciano Monaci, Presidente FIDC Grosseto