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Ibis eremita: in fin di vita uno degli uccelli recuperati a L’Aquila. I ricercatori austriaci chiedono la collaborazione delle associazioni venatorie italiane

Scritto da Federica di Leonardo il 10.01.2012

Fra novembre e dicembre scorsi quattro Ibis eremita, un rarissimo uccello estinto in Europa 400 anni fa, migrando da una colonia stanziale in Austria erano arrivati in Abruzzo, in una zona fuori L’Aquila.

Dopo pochi giorni due di loro sono stati ritrovati morti, uccisi a fucilate. Altri due, grazie anche all’aiuto dei volontari della LIPU che hanno coadiuvato due ricercatrici austriache, sono stati recuperati.

Oggi il direttore del progetto Waldrappteam, Johannes Fritz, annuncia che uno dei due uccelli recuperati è in grave pericolo di vita: da una lastra i ricercatori che lo seguono oggi nell’oasi di WWF ad Orbetello in Toscana, hanno visto che i bracconieri hanno sparato anche a questo uccello, che ha ancora i pallini nel corpo.

“Per dieci anni abbiamo provato ad insegnare agli Ibis un percorso migratorio per permettere loro di ritornare allo stato selvatico.”ha detto Johannes Fritz “Nel 2011 siamo stati capaci di dimostrare chiaramente che potrebbe esserci una seconda possibilità per questi magnifici, esotici uccelli migratori di sopravvivere in Europa. Tuttavia, ogni sforzo e ogni speranza saranno perdute se ci saranno altri eventi come quello accaduto a L’Aquila”.
“Sin dall’inizio del progetto”, continua Johannes Fritz ” la caccia illegale in Italia è stata la prima causa di morte per gli Ibis che migrano. L’anno peggiore è stato il 2009 con 19 uccelli dispersi. Ma anche nel 2011 mancano all’appello ancora 11  uccelli. La maggior parte degli uccelli non viene ritrovata. Eppure le perdite sono limitate geograficamente al nord e al centro Italia e al periodo in cui la caccia è aperta. Ma non è l’unico motivo per cui la caccia è la causa principale. Gli attacchi da parte dei predatori, aquile, falchi  e gufi è stato rilevato solo molto raramente e non è stata ritrovata nessuna carcassa che facesse pensare ad attacchi di predatori.

“Teniamo presente il caso ben documentato di L’Aquila come un’opportunità per illustrare la portata della minaccia che rappresenta la caccia illegale per gli ibis. Le specie migratorie con una popolazione così poco numerosa non potranno mai compensare tali perdite annuali dovute alla caccia illegale. Perciò ci aspettiamo un aiuto dalle associazione italiane per la caccia.”

Il Waldrappteam chiederà alle associazione italiane per la caccia di collaborare per informare i cacciatori sulle attività e gli obiettivi del progetto e sullo stato degli Ibis. A partire dal 2012 il team conta di accompagnare ogni uccello nel percorso verso la Laguna di Orbetello attraverso  un apparecchio GPS.

Per monitorare gli uccelli nella migrazione autunnale il gruppo seleziona dei volontari (si possono richiedere informazioni direttamente attraverso il sito). La novità è che il team spera che anche gli italiani che vivono nelle zone in cui l’Ibis migra vorranno collaborare.

Daniel Trobe una “mamma” degli Ibis che si è occupata del recupero dei due uccelli a L’Aquila ha affermato:” La maggior parte dell persone era affascinata da questi uccelli. Gli uccelli erano un’attrazione. Vogliamo motivare la gente, specialmente i bambini e i giovani a prendersi cura e monitorare  questi animali. Questo mi sembra il modo migliore di proteggerli. In più questo ci permetterebbe di mediare il problema della caccia illegale

 

 

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