Una sfida centrale che dovremo affrontare nel prossimo futuro è come preservare le foreste del pianeta e contemporaneamente produrre abbastanza cibo per sfamare la popolazione mondiale in aumento. Ma non ci sono solo elementi di preoccupazione secondo Eric Lambin, professore di scienze della Terra e ambientali presso il Woods Institute for the Environment di Stanford and professore of geografia all’Università di Louvain, ma anche esempi virtuosi tra i Paesi in via di sviluppo. La ricerca è uscita su PNAS il 14 febbraio.
La cattiva notizia, dice Lambin, è che nel mondo inizia a scarseggiare il suolo agricolo, ed entro il 2050 non ce ne sarà più a disposizione, a causa del suo sfruttamento per produrre cibo ma anche bio-combustibili e produzione di legname, per non parlare della degradazione del suolo a causa del sovrasfruttamento e dell’urbanizzazione, che letteralmente distrugge terreno fertile.
Ma c’è anche qualche segnale di ottimismo in giro per il mondo. Ad esempio, dice Lambin, esistono nazioni in via di sviluppo come il Vietnam, l’India o la Costa Rica, che hanno aumentato la loro superficie forestale nelle ultime decadi, ma hanno aumentato anche la produzione alimentare.
Il successo di questi Paesi ci indica – secondo Lambin – che attraverso l’innovazione ed un uso intelligente del territorio si può prevenire la deforestazione – o addirittura favorire la riforestazione, indispensabile per compensare almeno in parte la degradazione del suolo e l’immissione di CO2 in atmosfera.
La globalizzazione economica combinata con la scarsità sempre maggiore di terreni agricoli a livello mondiale aumenta, conclude Lambin, la complessità dei fenomeni di distruzione di territorio.
Alcuni esempi: in un mondo sempre più interconnesso, l’intensificazione dei processi agricoli potrà causare l’aumento di uso di suolo per scopi agricoli, piuttosto che il contrario. L’aumento di regolamentazione nell’uso di territorio in certe regioni può provocare l’aumento delle importazioni da altri luoghi in cui esistono regolamentazioni più lasche. Cercare di mitigare gli effetti delle emissioni di gas serra attraverso l’uso di bio-combustibili può aumentare l’emissione di gas serra nella regione in cui viene prodotta la materia prima che serve a produrli, magari deforestando aree di foresta per convertirla a suolo agricolo.
Tuttavia, dice Lambin, nonostante tutti questi meccanismi che si vanno innescando nei paesi in via di sviluppo e che destano preoccupazione, si osservano anche casi virtuosi, dove appunto un uso intelligente del suolo ha permesso di mitigare questi e altri effetti dovuti alla globalizzazione.
Un uso più efficiente del suolo è ormai necessario, e le innovazioni tecnologiche saranno fondamentali per aumentare la produttività e per prevenire carestie in giro per il mondo. In breve, dice Lambin, gli effetti della globalizzazione possono essere mitigati capendo che non si può ragionare ancora in termini locali e a livello di singoli paesi. La terra è un unico sistema che deve essere preservato dagli uomini che la abitano, se non vogliamo ritrovarci nel bel mezzo di una crisi alimentare globale tra pochi decenni.