Gaianews

Marea nera, per esperti bisogna valutare effetti su salute

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 16.08.2010

CHICAGO, 16 agosto (Reuters) – I medici della regione costiera del Golfo del Messico devono stare in allerta per i possibili effetti a corto e lungo termine della fuoriuscita di petrolio dall’impianto della compagnia britannica BP. Lo hanno detto oggi esperti sanitari statunitensi.

Le precedenti fuoriuscite petrolifere hanno indicato che il contatto con il petrolio e con le sostanze chimiche può avere effetti negativi su polmoni, reni e fegato, e che possono aumentare anche casi di ansia, depressione e stress post traumatico anche sei anni dopo.

La vastità della fuoriuscita dall’impianto offshore di BP desta grande preoccupazione, ha spiegato la dottoressa Gina Solomon, esperta di medicina ambientale all’Università di California a San Francisco, e scienziata esperta presso il Consiglio per la Difesa delle Risorse Naturali, un gruppo ambientalista.

“La perdita di petrolio è stata trattata ampiamente come un disastro ecologico. La discussione sugli effetti sanitari è stata più limitata”, dice Solomon, che ha scritto un commento sulla vicenda per il bollettino dell’Associazione Medica Americana.

Sulla base dell’esame di studi sul disastro della Exxon Valdez nel 1989 in Alaska e su altre perdite in Spagna, Corea e altri luoghi, Solomon ha indicato quattro importanti aree di preoccupazione, dal punto di vista della salute.

“La prima è la qualità dell’aria, che poteva essere la preoccupazione principale all’inizio, quando il pozzo perdeva ancora, ma fortunatamente è migliorata ora che il flusso di petrolio è stato interrotto”, ha detto Solomon in un’intervista telefonica.

“La seconda è il contatto del petrolio con la pelle”, che colpisce ampiamente coloro che hanno lavorato a ripulire le spiagge del Golfo. Secondo l’esperta anche la contaminazione dei frutti di mare è un problema serio, ora che l’industria della pesca è ripartita e i vivai sono aperti, dato che gamberetti e ostriche conservano a lungo i residui del petrolio.

I problemi di salute mentale cominciano a diventare anch’essi una questione importante, mentre migliaia di pescatori del Golfo rischiano di andare in rovina a causa della perdita petrolifera.

“Quella zona stava appena cominciando a riprendersi da (gli effetti dell’uragano) Katrina. Sono stati colpiti di nuovo dalla crisi economica. Questo è davvero un triplo malocchio”, ha detto Solomon, aggiungendo: “L’angoscia sarà ampiamente diffusa”.

Un’inchiesta tra 599 residenti condotta un anno dopo l’incidente della Exxon Valdez ha indicato che le persone esposte alla perdita di petrolio avevano una probabilità maggiore di 3,6 volte di essere colpite dall’ansia, 2,9 volte dallo stress post traumatico e 2,1 volte dalla depressione. Non si tratta di una questione nuova, dunque, ha sottolineato Solomon.

“Il punto è informare coloro che forniscono servizi sanitari e medici lungo la costa del Golfo di quello a cui devono fare attenzione”, ha detto la ricercatrice, aggiungendo che i medici dovrebbero concentrarsi soprattutto sui problemi relativi a pelle, tratto respiratorio e sistema nervoso, monitorando ogni eventuale sintomo che potrebbe essere legato alla “marea nera”.

Intanto, il direttore degli Istituti Nazionali della Salute (NIH), Francis Collins, ha chiesto almeno 10 milioni di dollari per potere studiare i potenziali effetti sulla salute della fuoriuscita di greggio.

E domani, l’NIH terrà una prima teleconferenza pubblica per lanciare uno studio sui lavoratori del Golfo, che seguirà gli effetti a corto e lungo termine sulla salute di coloro che hanno lavorato a ripulire la “marea nera”.(fonte reuters)

© RIPRODUZIONE RISERVATA