Time, persona dell'anno 2011 il manifestante
Ormai da molti anni la rivista Time seleziona in questo periodo dell’anno l’uomo o la donna che hanno più influenzato il corso degli eventi. Quest’anno il prestigioso magazine ha scelto l’anonimo contestatore, segno tangibile di quanto le proteste in giro per il mondo – dalla primavera araba agli indignados ai giovani di Occupy Wall Street – abbiano inciso sul 2011.
Migliaia di egiziani sono riusciti a rovesciare il regime di Hosni Mubarak, la Libia non è più la stessa, la Siria è irriconoscibile. Per non parlare di Tunisia, Marocco, Yemen, persino Arabia Saudita. “Nessuno poteva immaginare che la disperazione di un venditore di frutta tunisino che si è dato fuoco in una piazza pubblica, avrebbe scatenato le proteste che hanno cambiato il volto del mondo arabo e fatto crollare dittatori grazie ad una ondata globale di dissenso”, scrive la rivista. “Nel 2011, i manifestanti non solo esprimeno le loro denunce, ma hanno anche cambiato il mondo”.
Durante lo scorso anno, “il contestatore” ha espresso il dissenso contro i leader autoritari, prima in Tunisia e poi in Egitto, Libia, Siria, Yemen e Bahrain. I contestatori in Spagna e in Grecia ha lottato contro una economia a loro dire ingiusta. Il contestatore ha espresso la rabbia contro le elezioni probabilmente truccate in Russia o nella Repubblica Democratica del Congo. Negli Stati Uniti, Occupy Wall Street ha iniziato a scendere in strada prima a New York, e poi a Washington, Chicago, fino a tutta l’America.
Nella relazione di quest’anno, Time ha messo insieme tutte queste rivoluzioni chiedendosi cosa hanno in comune, il motivo per cui le persone hanno protestato e che eredità lasciano le proteste.
Big brothers e indignazione.