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Carotaggi nello Stretto di Gibilterra: possibili scoperte su clima, gas e petrolio

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 29.01.2012

Operai al lavoro sulla nave JOIDES Resolution

Le profonde correnti marine del Mediterraneo e i sedimenti che creano possono rappresentare un nuovo punto di vista per guardare al cambiamento climatico globale.

Un team di 35 scienziati di 14 paesi ha di recente terminato una spedizione al largo della costa sud-ovest della Spagna e vicino al Golfo di Cadice. I geologi hanno raccolto carote di sedimenti che ritengono la memoria di una storia dettagliata del Mediterraneo. Gli scienziati hanno ottenuto  i campioni effettuando perforazioni nel fondo dell’oceano nel corso di una spedizione durata otto settimane  a bordo della nave JOIDES Resolution.

Il gruppo di ricercatori che partecipano al programma Integrated Ocean Drilling Program (IODP) Expedition 339: Mediterranean Outflow, è il primo a recuperare campioni di sedimenti provenienti dal fondo del mare in questa zona.
Gran parte di sedimenti nelle carote sono conosciuti come “contourite” perché le correnti che lo depositano seguono da vicino i contorni del bacino oceanico.

“Il recupero di quasi quattro chilometri di sedimenti di contourite depositati da profonde correnti sottomarine presenta una eccezionale opportunità per capire come si muove il flusso d’acqua dal Mar Mediterraneo all’Oceano Atlantico”, spiega Jamie Allan, direttore del programma presso la National Science Foundation (NSF).

“La conoscenza di questo flusso d’acqua è importante per comprendere la storia del clima terrestre negli ultimi cinque milioni di anni.”

Gli oceani del mondo sono tutt’altro che statici. Un grande flusso di correnti si  muove a varie profondità sotto la superficie. L’insieme di queste correnti forma una sorta di “nastro trasportatore globale” che trasferisce energia termica ed aiuta a regolare il clima della Terra.

Alcuni passaggi critici negli oceani influiscono sulla circolazione di queste correnti principali. Lo stretto di Gibilterra è uno di questi passaggi che è tornato attivo meno di sei milioni di anni fa.

Oggi, in profondità sotto la superficie, vi è una potente cascata d’acqua che passa dal Mediterraneo attraverso lo stretto nell’Oceano Atlantico.

Siccome l’acqua del Mediterraneo è più salata di quella dell’Atlantico – e quindi più pesante – si tuffa discendendo per più di 1.000 metri sul fondo marino roccioso e creando canyon e montagne di fango di un poco noto paesaggio sottomarino.

I sedimenti mantengono una registrazione dei cambiamenti climatici e dell’attività tettonica degli ultimi 5,3 milioni anni. La squadra ha trovato prova di un “impulso tettonico”  fra la placca tettonica africana e quella europea, che fa  salire e scendere le strutture principali dentro e intorno al passaggio dello stretto. Questo evento ha portato anche a forti terremoti e maremoti che hanno accumulato grandi flussi di detriti e sabbia nel mare profondo.

“Abbiamo cercato di capire come lo Stretto di Gibilterra ha agito prima come una barriera e poi un passaggio negli ultimi sei milioni di anni,” ha detto Javier Hernandez-Molina dell’Università di Vigo in Spagna, e codirettore scientifico per la Spedizione 339.

I campioni di sedimenti coprono almeno quattro grandi glaciazioni e contengono un nuovo archivio marino da confrontare con i dati delle carote di ghiaccio provenienti dalla Groenlandia e dall’Antartide.

Il team è stato sorpreso di trovare esattamente gli stessi dati sul clima nelle montagne di fango di contourite che hanno perforato nel Golfo di Cadice. Ma siccome queste montagna di detriti si è formata più velocemente, potrebbe essere più ricca di informazioni.

Inoltre gli scienziati ritengono che ci sia un legame fra le componenti di questa stratificazione e la possibilità di trovare gas e petrolio. Quindi queste ricerche potrebbero orientare le prossime esplorazioni per cercare queste fonti energetiche.

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  • FRANCESCO RIGATTIERI scrive:

    GRAZIE A VOI PER LA PRONTA E PRECISA RISPOSTA. ORA VEDO SE DA INTERNET RIESCO A RISALIRE A DE MENOCAL PERCHE’ NEL MIO PROSSIMO VIAGGIO IN USA VORREI TANTO POTER VEDERE DI PERSONA LA SUA RACCOLTA DI CENTINAIA DI CAROTAGGI MA SOPRATTUITTO POTER DISCUTERE SULLE PROBLEMATICHE DELLA SUA RICERCA.VI TERRO’ INFORMATI. PS – HO PROVVEDUTO AD ISCRIVERMI ALLA VOSTRA NEWSLETTER. CORDIALI SALUTI FRANCESCO

  • Redazione di Gaianews.it scrive:

    Grazie per la segnalazione. Forse si riferisce a Peter deMenocal? E’ in effetti è un climatologo del Lamont-Doherty Earth Observatory della Università della Columbia (USA) che si interessa ai cambiamenti climatici durante l’evoluzione dell’uomo. Avremo naturalmente piacere di pubblicare nuove ricerche di deMenocal nel prossimo futuro. Non dimentichi di iscriversi alla newsletter per restare sempre aggiornato.

  • FRANCESCO RIGATTIERI scrive:

    GENTILI SIGNORI OGGI SUL CANALE 56 FOCUS HO VISTO UN INTERESSANTISSIMO DOCUMENTARIO SULLA
    EVOLUZIONE DEL SAHARA – PER QUANTO RIGUARDA I CAROTAGGI E’ INTERVENUTO DEMENICAL PETER CHE DETIENE UNA VASTISSIMA RACCOLTA DI CAROTAGGI
    RICAVATI NELL’ATLANTICO DA SABBIA DEL SAHARA.
    NON TROVO IN INTERNET NOTIZIE DI QUESTO GEOLOGO
    POTETE AIUTARMI VOI ?? GRADIREI INOLTRE ESSERE SEMPRE INFORMATO SULLE VOSTRE RICERCHE.
    GRAZIE E CORDIALI SALUTI
    F. RIGATTIERI

  • franca scrive:

    l’IMPORTANTE credo sia non fare di questa scoperta un ulteriore motivo di sfruttamento e/o deterioramento del nostro Pianeta Terra.