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Ceneri di vulcani islandesi in un lago della Germania nord-orientale

Scritto da Leonardo Debbia il 11.01.2016

Tracce di cenere vulcanica proveniente da vulcani islandesi sono state trovate nei sedimenti del Laker Tiefer See, un lago del Parco naturale Nossentiner-Schwinzer Heide, situato nella regione tedesca di Meclemburgo-Pomerania Anteriore.

Questo rinvenimento consente di datare più accuratamente i cambiamenti climatici degli ultimi 11.500 anni avvenuti alle alte latitudini dell’Europa di inizio Olocene.

Un team internazionale di geologi, sotto l’égida del Centro tedesco di ricerca per le Geoscienze.

(GFZ), ha rilevato le tracce di otto eruzioni vulcaniche avvenute in Islanda, sei delle quali hanno potuto essere identificate con precisione.

L’eruzione più antica risale infatti a 11.400 anni fa, mentre la più recente si è verificata molto più vicina ai tempi nostri, nel 1875, e risulta anche storicamente documentata.

Panoramica di una parte del Parco naturale Nossentiner-Schwinzer Heide, Germania nord-orientale

Panoramica di una parte del Parco naturale Nossentiner-Schwinzer Heide, Germania nord-orientale

Ma – si potrebbe obiettare – come si può stabilire una connessione certa tra queste ceneri e un’isola tanto lontana dal Centro Europa?

E’ risaputo che, nel corso di un’eruzione vulcanica, i prodotti più leggeri, come gas, vapori e ceneri, salgono per parecchi chilometri nell’atmosfera e vengono quindi trasportati da venti e correnti di quota fino ad essere depositati anche a centinaia di chilometri di distanza.

Stagionalmente, i sedimenti lacustri laminati o ‘varve’, grazie al ritmo annuale con cui vengono accumulati, rappresentano archivi geologici ideali per la ricostruzione della variabilità climatica del passato e per l’accuratezza delle relative correlazioni e datazioni .

Achim Brauer, del Centro di ricerca per le Geoscienze, sottolinea l’importanza particolare dei depositi delle ceneri vulcaniche individuate. “Particelle di tre dei tipi di ceneri vulcaniche rilevate nel lago Tiefer See sono state trovate anche 500 chilometri più ad est, in un lago della Polonia. Per la prima volta, questo permette di sincronizzare gli archivi dei sedimenti e formulare datazioni precise, consentendoci, oltretutto, di interpretare anche le possibili sottili differenze regionali dei cambiamenti climatici del passato. Queste informazioni, a loro volta, offrono la possibilità di anticipare in maniera più adeguata gli aspetti regionali dei cambiamenti climatici futuri”.

La particolare sfida di questo approccio è stato il fatto che la cenere vulcanica non è stata depositata in livelli visibili, ma solo come poche minuscole particelle di vetro vulcanico sparse nei sedimenti lacustri.

“Queste piccole particelle di vetro sono comunemente più piccole di 50 micrometri (un micrometro è pari a un milionesimo di millimetro, ndr)”, ha spiegato Sabine Wulf, scienziata del GFZ. “Abbiamo applicato una nuova combinazione di metodi chimici e microscopici per rilevare queste esili tracce nei sedimenti lacustri e separarle per ulteriori analisi”.

Le analisi geochimiche dei singoli frammenti di vetro e il loro confronto con la cenere vulcanica proveniente dalla regione islandese consente di rintracciare con esattezza l’eruzione vulcanica corrispondente.

Inoltre, questo approccio consente di ricostruire la distribuzione delle nubi di cenere vulcanica prodotte dalle eruzioni del passato e distribuite su vaste aree, fornendo così nuove conoscenze sulle condizioni dei venti del passato.

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