Quando si parla di cambiamenti climatici, è raro purtroppo poter dare qualche buona notizia. Tuttavia, un ricercatore, dopo più di vent’anni di studi, ha pubblicato ora sull’ultimo numero della rivista Current Biology alcune prove che fanno ben sperare per il futuro.
Dai risultati della ricerca è emerso infatti che in Antartide la perdita di ghiaccio di alcuni tratti di mare ha provocato un incremento degli organismi viventi sul fondo, processo che si traduce in un importante assorbimento del biossido di carbonio disciolto nell’acqua e una conseguente mitigazione del cambiamento climatico .
Pesce che nuota sopra una colonia di briozoi tra i ghiacci antartici del Mare di Weddell. Crediti: Thomas Lundalv
“E’ stata una sorpresa che la vita ‘invisibile’ per noi reagisse ai cambiamenti climatici per più di un decennio proprio sotto la manifestazione di uno degli impatti più evidenti dei cambiamenti climatici: la terra che torna libera dai ghiacci”, dice David Barnes, della British Antarctic Survey (BAS). “Abbiamo scoperto che una significativa area del pianeta – più di tre milioni di chilometri quadrati – rappresenta un notevole bacino per l’assorbimento del carbonio e, soprattutto, origina un feedback negativo sul cambiamento climatico”.
Con il riscaldamento del clima circumpolare, infatti, il ghiaccio marino si scioglie, la superficie terrestre, da bianca e riflettente, diventa blu scura, assorbendo così più calore e provocando, di conseguenza, una ulteriore fusione del ghiaccio.
Gli scienziati erano a conoscenza che le foreste artiche e le nuove fioriture di alghe nelle aree dove le calotte di ghiaccio si erano frantumate, rallentavano, in una certa misura, il cambiamento climatico.
In Antartide occidentale, basandosi sugli studi dei briozoi – gli organismi ancorati al substrato sommerso del ghiaccio, chiamati anche ‘animali muschio’, per l’aspetto delle colonie che ricorda quello del muschio – si è potuto osservare che anche altri organismi viventi sui fondali “potrebbero essere importanti”, nell’accumulo del carbonio.
L’Antartide non ha subìto una perdita di ghiaccio marino come la regione artica. Il ghiaccio si è sciolto sulle calotte continentali, dov’era presente in maggiore quantità, mentre se n’è formato, in misura minore, nelle acque più profonde.
Nel nuovo studio, Barnes e il suo team hanno raccolto campioni di fauna marina dell’Antartide Occidentale e hanno utilizzato immagini ad alta risoluzione per calcolare la densità degli organismi viventi sul fondo.
I dati raccolti in vent’anni di ricerca rivelano un forte incremento del consumo annuo di carbonio da parte dei briozoi dei fondali marini antartici, in rapporto con la loro crescita, che è quasi raddoppiata dal 1980 ad oggi.
Estrapolando i dati ottenuti, si ipotizza un prelievo di carbonio dal mare pari a 200mila tonnellate all’anno, equivalenti a circa 50mila ettari di foresta pluviale tropicale.
Barnes afferma che le differenze sorprendenti nelle quantità di carbonio constatate in diverse regioni dell’Antartide sono strettamente collegate alle perdite di ghiaccio marino in ciascuna area.
Tra le notizie più incoraggianti c’è la scoperta che le isole Orcadi del Sud – prima Area Marina d’alto mare protetta – “sono state individuate come l’area dove prosperano più briozoi che altrove. E di questo, ce ne siamo resi finalmente conto!”, avverte Barnes.
Una nuova crociera scientifica internazionale guidata dal BAS per il Sud delle Isole Orcadi è prevista per i primi mesi del 2016 per chiarire la causa per cui quella particolare regione dell’oceano sia così importante.
Più in generale, i risultati ottenuti tendono a sottolineare l’importanza della vita dell’oceano per capire il clima che cambia.
“Le foreste, che sono ben visibili, sono importanti per quanto riguarda il cambiamento del clima e il ciclo del carbonio, ma i due terzi del nostro pianeta è coperto dall’oceano e sotto di esso non si può vedere la vita, pur se è notevole la sua importanza per avere risposte sul clima”, dichiara Barnes.
Ora sarà importante scoprire se qualcosa di simile stia accadendo anche nell’Artico.