Sono di pochi giorni fa le buone notizie riguardanti la lince iberica sottolineate dal giornale The Guardian: la popolazione è triplicata e il direttore del progetto di conservazione sostiene che nonostante ci sia ancora molto da fare ora si può dire che c’è qualche speranza di salvare la lince dall’estinzione.
Ma oggi un articolo pubblicato su Nature Climate Change richiama l’attenzione sugli effetti dei cambiamenti climatici nei progetti di conservazione. Se non si tengono in considerazione gli effetti dei cambiamenti climatici, nonostante gli sforzi e il denaro speso, la lince potrebbe essere destinata comunque ad estinguersi.
Il progetto di conservazione della lince ha previsto il coinvolgimento intenso di allevatori e cacciatori e della popolazione locale, ha previsto la riproduzione in cattività e ha condotto la popolazione a raggiungere i 250 esemplari, migliorando l’indotto economica legato al turismo del territorio.
Ma non basta. Secondo la ricerca se si sbaglieranno le prossime mosse, la lince sarà comunque destinata ad estinguersi.
I prossimi passi prevedono infatti la reintroduzione in altre zone. Ed è qui che l’articolo si inserisce. la scelta sarà importantissima e dovrà individuare le zone che, considerati i cambiamenti climatici saranno più adatte ad ospitare le linci.
Nonostante siano stati spesi quasi 100 milioni di euro la specie carismatica rischia di estinguersi nei prossimi 50 anni, perché i piani di gestione attuali non tengono conto degli effetti del cambiamento climatico. Se lo facessero, la popolazione potrebbe invece aumentare secondo lo studio dell’Università di Copenhagen.
“I nostri modelli mostrano che il cambiamento climatico previsto porterà a un declino rapido e drammatico della lince iberica e probabilmente a sradicare le specie entro 50 anni, nonostante gli sforzi di conservazione di oggi. Le uniche due popolazioni attualmente presenti, non saranno in grado di diffondersi o adattarsi ai cambiamenti in tempo”, spiega Miguel Araújo del Center for Macroecology, Evolution and Climate del Natural History Museum dell’Università.
“Per fortuna, non è troppo tardi per migliorare le prospettive dell’estinzione della lince, se i piani di gestione cominciano a tener conto dei cambiamenti climatici”.
La lince iberica è minacciato dal bracconaggio, dagli investimenti da automezzi, dalla perdita di habitat e dalla mancanza di prede in quanto una serie di focolai di malattie ha colpito la popolazione dei conigli, di cui le linci si nutrono. Gli investimenti significativi sono finalizzati alla popolazione dei conigli, a prevenire le malattie, ridurre le minacce e migliorare l’habitat naturale della lince. Purtroppo non è sufficiente, secondo i nuovi modelli che studiano come il cambiamento climatico influenzerà la disponibilità di prede e la qualità delle aree naturali in futuro.
Gli scienziati hanno ipotizzato una soluzione in cui l’allevamento in cattività e il successivo rilascio hanno molta importanza, ma vanno valutati con cura i luoghi in cui gli individui saranno rilasciati.
Mentre i politici spagnoli stanno valutando di rilasciare le linci in modo uniforme in tutte le regioni autonome del paese, i modelli degli scienziati predicono che le zone più adatte per il rilascio sono nella metà settentrionale della penisola iberica.
Queste aree potrebbero fornire sia abbondanza di prede che la connettività degli habitat a dispetto dei cambiamenti climatici. Secondo i modelli, la popolazione potrebbe aumentare fino a quasi 900 individui entro il 2090.
Ad oggi non è chiara la velocità con cui i cambiamenti climatici si manifestano/eranno, conseguentemente non è ad oggi prevedibile con quale tempistica si manifesteranno i supposti cambiamenti ambientali. Sono molte le variabili in gioco ed i modelli che tentano di descrivere il fenomeno spesso grossolani ed inadeguati. La lince iberica è sull’orlo dell’estinzione ed è necessario agire ora; ben venga una sua reintroduzione su vasta scala (e non solo in Spagna settentrionale).