Partorire in casa è pericoloso? Se la sicurezza rappresenta la maggiore preoccupazione, e in tal senso l’ospedale sembra rappresentare la scelta “obbligata”, il desiderio di vivere questo evento e di assaporarne la gioia e l’intensità, è un aspetto altrettanto importante, che spesso non coincide con i protocolli e i tempi (a volte forzati e accelerati) ospedalieri.
Una nuova Cochrane Review (Punto di riferimento per l’intera comunità scientifica, la Cochrane è un organismo internazionale non profit formato da ricercatori e professionisti dell’ambito clinico e sanitario. Con cadenza trimestrale vengono aggiornate tutte le evidenze scientifiche inerenti un particolare trattamento e aggiornate le Review), conclude che tutti i paesi dovrebbero considerare la creazione di adeguati servizi di parto in casa. Alle donne in stato di gravidanza dovrebbero essere fornite informazioni che consentano loro di fare una scelta informata e, dunque, consapevole.
In molti paesi si ritiene che l’opzione più sicura per tutte le donne sia quella di partorire in ospedale, dove anestesista, pediatra e medici sono sempre presenti e pronti ad ogni eventualità. Tuttavia, studi di qualità condotti in differenti contesti suggeriscono che il parto in casa, purché pianificato, può essere sicuro quanto quello in ospedale, e presentare un numero ridotto di possibili complicazioni.
Ma se il parto in casa può, e alla luce di tali evidenze, dovrebbe, rappresentare una valida e sicura alternativa, per molte donne in stato di gravidanza, è altresì necessario che diventi parte integrante del sistema sanitario. Questo è quanto afferma Ole Olsen, ricercatore presso l’Università di Copenhagen.
Per le donne che pianificano un parto in casa si riscontrano meno interventi, meno tagli cesarei o ricorsi all’ epidurale e meno complicazioni (ad esempio emorragie post-partum e gravi lacerazioni perineali). La tentazione di ricorrere ad interventi inutili, infatti, si riduce e la pazienza diviene un elemento importante per evitare interferenze e partorire spontaneamente.
La ricercatrice Jette Aaroe Clausen aggiunge che gli interventi durante il parto sono comuni in molti paesi, ma che vi è una crescente preoccupazione a livello internazionale perché questi possono produrre effetti iatrogeni, cioè avere conseguenze indesiderate. Ad esempio, il monitoraggio elettronico può portare ad una rottura artificiale delle membrane che, a sua volta, imporrebbe il ricorso ad ulteriori interventi.
Mentre le prove scientifiche provenienti da studi di osservazione stanno crescendo, la Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo ha emesso una sentenza che afferma che “il diritto al rispetto della vita privata comprende il diritto di scegliere le circostanze della nascita”. Si tratta del caso Ternovszky contro l’Ungheria. Nel 2009 Anna Ternovszky, ungherese di Budapest, desiderava dare alla luce il secondogenito in casa piuttosto che partorire in un ospedale o presso un centro di accoglienza. Ma la signora Ternovszky si rese presto conto che in Ungheria un parto in una struttura ospedaliera rappresentava di fatto l’unica opzione, in quanto il Decreto Governativo n. 218/1999, allora in vigore, dissuadeva il personale sanitario dal prestare qualsiasi tipo di assistenza domiciliare alle gestanti al momento del parto. Anna si rivolse alla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo.
Pertanto le conclusioni cui si è giunti in quest’ultimo aggiornamento della Cochrane Review, si basano non solo sui risultati dei migliori studi scientifici disponibili, ma muovono anche da valutazioni e principi che attengono all’etica e al pieno rispetto dei diritti umani.
Rif.:. Olsen O, JA Clausen. Ospedale nascita pianificata contro parto programmato in casa. La Cochrane Library, Issue 9, 2012.
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e qui in Italia l’ex assessore alla sanità siciliana Russo ha tolto la libertà di partorire dovunque si voglia costringendo incostituzionalmento la chiusura di centri di ostetricia perchè non raggiungono un dato numero di parti. e la libertà di scelta dove va a finire?opportuno rivedere tale decisione per una vera libertà europea