La Corte europea dei diritti dell’uomo ha creato una nuova crepa nella già traballante legge 40 sulla fecondazione assistita. Ha infatti accolto il ricorso presentato da una coppia italiana, Rosetta Costa e Walter Pavan, portatori sani di fibrosi cistica che trasmetterebbero col 25% di probabilità la malattia al loro futuro bambino. E’ proprio per questo che si sono rivolti alla Corte, in quanto la legge italiana non permette loro di accedere alla fertilizzazione in vitro con screening embrionale.
La legge 40 permette la fertilizzazione in vitro in caso di coppie sterili o quando il partner maschile ha una malattia sessualmente trasmettibile.
Gli individui della coppia che ha fatto ricorso sono portatori sani di Fibrosi Cistica, una malattia autosomica recessiva. Oltre alla probabilità di mettere al mondo un figlio malato, c’è la probabilità di avere un figlio portatore al 50%.
Ora potranno concepire un figlio senza la malattia inscritta nei propri geni.