Una ricerca sulla contagiosità delle emozioni è stata condotta, a loro insaputa, sugli utenti di Facebook, dalla Cornell University, e dalla University of California, San Francisco (UCSF) con la collaborazione di Facebook. Le emozioni corrono veloci su Facebook e gli utenti ne sono influenzati. Ma la ricerca, pubblicata sui PNAS, ha fatto nascere non poche polemiche visto che gli utenti sono diventati “cavie” a loro insaputa.
I ricercatori delle Università, in collaborazione con Facebook, hanno modificato l’algoritmo di Facebook in modo che nel feed di notizie di 689.003 persone, gli umori fossero o positivi o negativi per poter misurare quanto le notizie influenzassero lo stato delle persone.
“Le persone che avevano un contenuto positivo ridotto sperimentalmente sulla loro news feed di Facebook, per una settimana, hanno usato parole più negative nei loro aggiornamenti di stato”, racconta Jeff Hancock, docente di comunicazione della Cornell University. “Quando i feed negativi sono stati ridotti, è successo il contrario: le persone usavano parole più significativamente positive.”
L’esperimento è il primo a suggerire che le emozioni espresse attraverso reti sociali online influenzano gli stati d’animo altrui, cosa che era già stata dimostrata in passato per la vita in carne ed ossa.
I ricercatori si sono poi anche chiesti se l’esposizione post “felici” potesse causare la depressione negli utenti.
Per fare questo hanno analizzato la presenza di parole positive o negative su 3 milioni di post, analizzando 122 milioni di parole. Di queste 4 milioni erano positive e 1,8 milioni erano negative. I ricercatori, oltre a registrare una generica influenza dell’emotività dei post sulle emozioni degli utenti, hanno potuto constatare che coloro che erano esposti a post poco emotivi erano a loro volta meno espressivi.
“Questa osservazione e il fatto che le persone erano più emotivamente positive in risposta agli aggiornamenti su emozioni positive dei loro amici, è in contrasto con le teorie che suggeriscono che la visualizzazione di messaggi positivi di amici su Facebook possono in qualche modo influire negativamente”, ha aggiunto Hancock.
Hancock ora conta di orientare la ricerca futura su come le espressioni di emozioni positive e negative influenzino i livelli di coinvolgimento in altre attività online: secondo lo scienziato questo tipo di ricerche potrebbero avere un’implicazione sulla salute pubblica.
“I messaggi online influenzano la nostra esperienza delle emozioni, che possono influire su una serie di comportamenti quando non siamo on-line”, ha detto Hancock.
La ricerca ha però scatenato non poche polemiche: come riportato da Internazionale alcuni autori dell’esperimento si sono scusati dopo la pubblicazione dei risultati. Adam Kramer, uno degli autori ha dichiarato: “Posso capire perché molte persone sono preoccupate. Io e gli altri autori dello studio siamo molto dispiaciuti per il modo in cui sono stati presentati i risultati”.
Clay Johnson, fondatore del Department of better technology, un’organizzazione non profit che lavora per le agenzie governative, come riportato sempre da Internazionale, ha definito l’esperimento “terrificante”.
Facebook ha fatto sapere che l’esperimento è legale: come hanno fatto notare anche da altre parti quello che è successo con questo esperimento è previsto nel contratto che ogni utente stipula con Facebook.
Le domande che nascono restano però molteplici: che valore dare al feed di notizie che riceviamo? Quali sono le potenzialità con cui queste notizie possono influenzare la nostra vita off line? Cosa si intende quando si dice che un esperimento del genere può avere implicazioni sulla salute pubblica?