Si è conclusa la prima riunione del Tavolo Interministeriale sulla Siria, presieduta dal ministro degli esteri Giulio Terzi, che ha commentato: “la caduta del regime di Assad, quando avverrà, non deve trovarci impreparati”.
Il ministro Terzi ha anche spiegato che “L’Italia è impegnata con i principali partner a definire le linee che guideranno l’azione internazionale e, in questo ambito, il suo impegno nazionale – nei settori dell’aiuto umanitario, del sostegno economico, e della ricostruzione delle istituzioni – nella Siria del dopo Assad” (Fonte Farnesina).
Se e quando inizierà l’era del dopo Assad, però non è ancora chiaro. Oggi il sito dell’Ansa ha pubblicato lo sconcertante resoconto delle vittime dall’inizio della rivolta, nel marzo 2011. Il bilancio complessivo, così come riferito dall’ Osservatorio siriano per i diritti umani, con sede a Londra, sarebbe di 26.283 morti, di cui circa 18.000 civili. Lo stesso osservatorio ha anche reso noto che l’appena trascorso mese di agosto è stato il più sanguinoso in assoluto, con 5.440 vittime: di cui 4.114 civili, 105 ribelli armati e 1.221 militari fedeli al regime.
Alla desolazione del gran numero di morti, si deve anche aggiungere l’elevato numero di sfollati all’interno del Paese, almeno un milione e mezzo, e gli oltre 200mila profughi che hanno lasciato la Siria per cercare riparo nei Paesi vicini, come il Libano, la Giordania e la Turchia (Fonte Farnesina). Proprio in questi Paesi l’Italia sta attualmente intervenendo, realizzando molteplici interventi a favore dei rifugiati siriani. Fra i più importanti aiuti, l’invio di un ospedale da campo in Giordania, ufficialmente operativo da sabato scorso.
“L’emergenza umanitaria costituisce la priorità assoluta per l’azione di tutta la comunità internazionale ed anche per l’Italia”, ha fra l’altro ricordato la Farnesina in una nota. Un aspetto specifico discusso durante la riunione è stato proprio il dato allarmante sugli sfollati. E non mancano le preoccupazioni di che teme un’ondata di profughi siriani verso le coste Europee. Già le isole greche sono in allarme. Lo riferiscono i giornali di Atene, secondo cui il successo delle misure di recente adottate dalle autorità greche per far diminuire il transito di migranti illegali attraverso il confine greco – turco, avranno effetti nefasti per le piccole isole, che non sono equipaggiate per ricevere i disperati profughi siriani (fonte Ansamed).
Nel corso della riunione si è anche parlato di “ricostruzione delle istituzioni siriane dopo Assad”, sottolineando le competenze e l’esperienza maturate dal nostro paese in questi ambiti, quali giustizia, formazione delle forze dell’ordine, organizzazione della pubblica amministrazione, recupero e tutela del patrimonio artistico e culturale.
Non Ultimo, considerando i tradizionali legami economici bilaterali fra Italia e Siria, è stato approfondito il tema della “ricostruzione economica della Siria”, concordando di individuare le aree prioritarie e di tracciare una mappatura dei settori verso i quali Governo e imprese dovranno concentrare il loro impegno nel dopo Assad.
A quanto porterà la benzina per far fronte al “suo impegno nazionale – nei settori dell’aiuto umanitario, del sostegno economico, e della ricostruzione delle istituzioni – nella Siria del dopo Assad”?