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Denisova: ricostruito il volto di un nostro lontano antenato

Scritto da Leonardo Debbia il 21.10.2019

Fino al 2008, la loro esistenza era del tutto sconosciuta.

Fino ad allora, eravamo stati certi che i nostri unici antenati della preistoria fossero stati, insieme all’Homo sapiens, soltanto delle creature dall’aspetto scimmiesco, tozzi, con la fronte appiattita e il viso sporgente; poco intelligenti, poco più che bruti: quelli che comunemente erano stati chiamati ‘Uomini di Neanderthal’.

PROBABILE_DENISOVA

E’ stato quindi con un certo stupore che nel 2008 dalla comunità scientifica è stata accolto come ‘fossile di un’altra specie umana’, prima ignota, un frammento di dito mignolo scoperto in una grotta sui monti Altai, in Siberia.

Dalle analisi genomiche era stato confermato che appartenesse ad una specie umana ‘nuova’, mai conosciuta prima.

Dalla località in cui fu rinvenuto il reperto, la nuova specie prese il nome di Denisova.

In assenza di un qualsiasi fossile più indicativo (mandibola o ossa lunghe), di un disegno o di una pittura che ritraesse qualche individuo, una delle domande più ricorrenti riguardava l’aspetto fisico.

Come erano fatti questi antichi ominidi? A chi assomigliavano? Scimpanzè, Neanderthal o Sapiens?

Ora, un team di ricercatori, sulla base di resti rinvenuti negli anni e avvalendosi dell’analisi genomica, ha cercato di ricostruire il fisico di questi nostri lontani progenitori.

Da uno sguardo d’insieme, oggi si può affermare che 100mila anni fa esistevano diversi gruppi umani sparsi per l’Eurasia, e tra tutti i più diffusi erano i Neanderthal e i Denisova.

“Per vari aspetti i Denisova somigliavano molto ai Neanderthal, ma in certi tratti più ‘moderni’ ricordavano i Sapiens, e quindi noi. Altri tratti ancora erano poi del tutto ‘unici’”, afferma il prof. Liran Carmel, ricercatore dell’Università Ebraica di Gerusalemme.

In base ai ritrovamenti fossili, è stato constatato che i Denisova erano diffusi essenzialmente in Siberia e in Asia orientale, ma sono stati trovati anche caratteri, trasmessi poi geneticamente a popolazioni moderne, testimonianti che i Denisova avevano vissuto anche in alta quota, in Tibet.

Quest’ultima prova è fornita da un gene che aiuta l’organismo ad affrontare le grandi altitudini e che è del tutto assente nei Neanderthal.

Come per i Neanderthal, tuttavia, rimane invece ignoto il motivo per cui i Denisova si estinsero, presumibilmente attorno ai 50mila anni fa.

E’ stato appurato che circa il 5 per cento degli abitanti attuali dell’Oceania potrebbero essere riconducibili ad una parentela con questi antichi umani.

Avanzando nella ricerca, infatti, gli studiosi hanno iniziato le ricostruzioni e le comparazioni tra i DNA dei Denisova, dei Neanderthal, degli scimpanzè e dei Sapiens.

E’ stato così visto che il cranio dei Denisova era probabilmente più largo del nostro e di quello dei Neanderthal e, al pari di questi, erano sprovvisti di un mento vero e proprio.

Con i Neanderthal condividevano invece dei tratti molto comuni: la fronte molto inclinata all’indietro, la faccia lunga e una grande zona pelvica, mentre come i Sapiens (e quindi, noi) erano provvisti di un grande arco dentale.

Complessivamente, Carmel e il suo team hanno identificato 56 caratteristiche anatomiche in cui i Denisova differiscono dagli umani moderni e / o dai Neanderthal; 34 di queste riguardano il cranio.

I ricercatori sono giunti a queste conclusioni dopo tre anni di intenso lavoro sulle mappe di metilazione del DNA.

La metilazione è una modificazione di un legame biochimico nel cervello, che ha come conseguenza caratteri e funzioni differenti.

Sono stati confrontati modelli di metilazione del DNA tra i tre gruppi umani per trovare regioni del gene che avevano subìto questo processo in modo differenziato, che aveva portato a differenti caratteristiche anatomiche.

“In tal modo abbiamo ottenuto una previsione su quale direzione avrebbe potuto cambiare nel gene, ad esempio, la tendenza ad avere un osso femorale più lungo o più corto”, spiega il dr David Gokhman, ricercatore del team di Carmel.

Per testare la validità del loro metodo, il team lo ha prima applicato a due specie conosciute, il Neanderthal e lo scimpanzè, scoprendo che l’85 per cento delle ricostruzioni dei tratti corrispondevano alle previsioni ottenute; e quindi ha provato con il profilo di un Denisova.

Dopo qualche settimana, il caso ha voluto che fosse scoperta una mascella di Denisova e che questa corrispondesse perfettamente al modello elaborato dal team.

A seguito di questa sperimentazione, Carmel ha presentato sulla rivista scientifica Cell il ‘suo’ individuo Denisova: volto che ricorda i Neanderthal (fronte inclinata, faccia lunga e bacino grande; arco dentale grande e cranio molto ampio, simile ai Sapiens).

“Erano umani molto simili a noi” – conclude Carmel – “sottolinearee le differenze che ci caratterizzano è fondamentale per capire che cosa ci ha condotto ad adattarci al mondo”.

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