Gaianews

Bracconiere ammazza esemplare di biancone monitorato da scienziati

E' morto per mano di un bracconiere sullo Stretto di Messina Pilar, l'ultimo dei 5 bianconi, grandi rapaci a rischio di estinzione seguiti tramite trasmettitore satellitare da un gruppo di ricercatori

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 02.11.2012

E’ morto per mano di un bracconiere sullo Stretto di Messina Pilar, l’ultimo di 5 bianconi, grandi rapaci, seguiti tramite trasmettitore satellitare da un gruppo di ricercatori che ne stavano studiando le rotte migratorie. Il 100% di mortalità “giovanile” del campione seguito dal gruppo è un dato molto preoccupante per la conservazione della specie. Secondo l’associazione Ornis Italica sono gravissimi i danni all’ecosistema dovuti ai bracconieri, testimoniati da questo evento.

La strage dei rari esemplari di Biancone (Circaetus gallicus), detto anche Aquila dei Serpenti, è solo l’ultima di una serie tragica che nel primo mese di apertura della stagione venatoria ha visto in azione numerosi bracconieri, che hanno puntato le loro armi su specie protette: ibis eremita, fenicotteri, cigni e cicogne bianche e nere. Giacomo Dell’Omo, naturalista, presidente di “Ornis Italica” (associazione no profit che, tra le altre attività, con il progetto Birdcam.it consente di a tutti di osservare la vita dei nidi di rapaci, ma non solo, attraverso le webcam di www.birdcam.it), si unisce all’indignazione e al dolore dei colleghi che hanno visto spezzarsi le vite dei rari rapaci che seguivano sin dalla schiusa delle uova e vanificare i loro studi sulle migrazioni.

“Anch’io studio i movimenti degli uccelli”, spiega il dottor Dell’Omo. “Immagino gli sforzi dei ricercatori che seguivano la crescita dei tre giovani bianconi nati nel 2011 in Basilicata. La fatica sotto il sole di luglio per raggiungere il nido e le attenzioni per avvicinarsi ai pulcini, le operazioni veloci, ma frutto di una preparazione minuziosa dei particolari, per applicare sulla schiena degli uccelli dei costosi strumenti satellitari che avrebbero permesso di seguirne negli anni gli spostamenti E per alcuni mesi gli strumenti applicati ai tre giovani poco prima del loro involo hanno inviato puntualmente i dati rilevando che due di questi avevano risalito la penisola passando per la Spagna. Poi più nulla.

Il segnale ormai immobile ha permesso il recupero dei corpi senza vita. Uno è morto non lontano da Granada, mentre il secondo aveva raggiunto l’Africa e superato il deserto del Sahara: morto in Mauritania. Pilar era invece rimasto in Italia e aveva scelto di spostarsi verso sud, ma attraversato lo Stretto e raggiunta la Sicilia forse non se l’è sentita di attraversare il mare e ha passato l’inverno sull’isola. E’ poi tornato in Basilicata poi di nuovo in Sicilia attraversando lo Stretto ben sette volte.

A metà settembre di quest’anno c’è stato il suo ultimo passaggio: la fucilata di un bracconiere lo ha abbattuto vanificando le speranze di quanti ne seguivano gli spostamenti e cancellando gli sforzi dei ricercatori. L’anno prima altri due pulcini equipaggiati con trasmettitori satellitari erano stati uccisi: uno in Africa con una freccia in un piccolo villaggio e anche l’altro nella sua prima migrazione”.

Sebbene il rapace in questione non sia a rischio di estinzione (è attualmente classificato come “sicuro” nell’Ue, con 5.400-7.500 coppie di cui 350-400 che nidificano stabilmente in Italia) è preoccupante la pressione dei bracconieri su ogni specie che attraversi le rotte migratorie nel Sud Italia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA