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Che futuro per lo scoiattolo rosso?

Lo scoiattolo rosso subisce le conseguenze delle variazioni di temperatura sulla vegetazione e sui semi che produce secondo una ricerca dell'Insubria

Scritto da Marta Gaia Sperandii il 07.05.2014

I cambiamenti climatici, così come il fattore meteorologico, sono in grado di influenzare le dinamiche di popolazione di piante e animali: è il caso dello scoiattolo rosso, come è stato dimostrato da un recente studio, firmato Università degli Studi dell’Insubria e presentato da Francesco Bisi, assegnista di ricerca presso l’Università, nel corso del IX Congresso Italiano di Teriologia di cui Gaianews.it è media partner.

Diverse ricerche, condotte a scala internazionale nei settori dell’ecologia e della conservazione, hanno confermato l’incidenza della variabile clima sulla distribuzione di popolazioni, portando gli esperti ad affermare come per le specie più sensibili, il fenomeno del riscaldamento globale possa tradursi in un restringimento dell’areale, provocando in condizioni estreme, l’estinzione. Particolarmente minacciate sarebbero le popolazioni che abitano ai margini dell’areale, per le quali le variazioni climatiche insistono su già notevoli pressioni di natura ecologica e genetica.

Scoiattolo rosso e cambiamenti climatici

Il team di ricerca guidato da Adriano Martinoli, ricercatore dell’Università degli Studi dell’Insubria, sta concentrando gli sforzi sull’analisi di due mammiferi erbivori, lo scoiattolo rosso (Sciurus Vulgaris) e la lepre alpina (Lepus Timidus). Per entrambi sono state studiate le popolazioni alpine, ovvero le più marginali rispetto all’areale delle specie.

Attraverso l’utilizzo di metodi di cattura-marcatura-ricattura e radio-tracking sono state monitorate 5 popolazioni di scoiattolo rosso, per periodi variabili, lungo un arco temporale di 13 anni. Di queste sono stati registrati dati biometrici e condizioni riproduttive, e sono state stimate le densità annuali nei periodi primaverile ed autunnale. Parallelamente è stata portata avanti una verifica annuale della produzione di seme delle conifere, consistente in conta delle pigne.

Infatti lo studio ha individuato, in boschi di conifere montani e subalpini, che  la variazione della produzione di semi da parte delle conifere , che cambia fortemente negli anni in maniera solo apparentemente casuale, influenza densità e successo riproduttivo degli animali. Inoltre la sincronia con la quale le conifere fruttificano e producono seme  in ampie aree suggerisce la possibilità dell’intercorrere di relazioni davvero molto intense tra clima, piante ed animali che, se ulteriormente confermate, potrebbero portare all’elaborazione di modelli validi anche per aree di maggiori dimensioni.

La temperatura è risultata essere variabile determinante nell’influenzare, per le piante la produzione di semi, e per lo scoiattolo la densità ed il tasso di crescita. Il tasso di crescita dello scoiattolo sarebbe poi ulteriormente e direttamente influenzato dalle temperature invernali ed estive dell’anno precedente, così che la temperatura potrebbe rappresentare l’elemento chiave in grado di spiegare molte dinamiche ecosistemiche. A partire da questi risultati sarebbe quindi possibile definire le possibili risposte della specie ad alterazioni ambientali derivanti da impatti climatici, identificando scenari futuri di diffusione.

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