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Sollevamento di un’area vulcanica in Cile. Si prepara un’eruzione?

Scritto da Leonardo Debbia il 12.12.2014

Laguna del Maule è un lago situato nelle Ande cilene, a 2165 metri sul livello del mare, all’interno di un complesso sistema vulcanico, una caldera di 15 chilometri per 25, sede di stratovulcani di piccole dimensioni e depositi di detriti.

Recentemente un team di vulcanologi, guidato da Brad Singer, docente di Geoscienze presso l’Università del Wisconsin-Madison, ha condotto uno studio sulla morfologia dell’area.

Laguna del Maule, Cile (crediti: David Tenenbaum)

Laguna del Maule, Cile (crediti: David Tenenbaum)

A spingere i ricercatori ad indagare sulla zona è stata l’osservazione del grado di sollevamento dell’area, tra i più alti mai rilevati prima da satellite, senza peraltro alcuna attività eruttiva in atto.

Questo sollevamento è quasi certamente dovuto ad una estesa intrusione di magma al di sotto dell’apparato vulcanico.

In passato, l’area è stata interessata da 36 eruzioni, soltanto negli ultimi 25mila anni.

Una consistente attività, quindi.

Negli ultimi tempi, però, l’attività eruttiva si è trasformata in una spinta progressiva verso l’alto che riguarda una superficie più estesa della città di Madison (circa 250 km quadrati), sollevatasi gradualmente di dieci centimetri l’anno per sette anni consecutivi, senza effusioni magmatiche.

Questo evento offre una grande opportunità scientifica: esaminare un mega-vulcano prima di un’eruzione.

Il sollevamento e la presenza del serbatoio di magma in ebollizione sotto la Laguna del Maule vengono descritti in un importante articolo nel numero di dicembre di GSA Today, la rivista della Geological Society of America.

“Finora abbiamo sempre cercato di capire queste grandi eruzioni soltanto dopo che erano avvenute”, dice Singer. “Esaminiamo lava, polvere e ceneri, cercando di capire cosa abbia provocato l’eruzione. Dato che queste enormi eruzioni sono rare, è la sola cosa che si possa fare.

Ora, però, abbiamo l’occasione di assistere al sollevamento continuo di Laguna del Maule, con alle spalle una storia di eruzioni regolari, accompagnata ora da cambiamenti di gravità, di conduttività elettrica e di sciami sismici. E’ lecito sospettare che si stia innescando una nuova eruzione”.

Laguna del Maule non appare come il classico vulcano a forma di cono, dal momento che l’intensa erosione causata dalle forti piogge e dalla neve ha livellato la maggior parte dei caratteri fisici.

La principale causa dell’assenza del ‘tipico cono vulcanico’ risiede, però, nella composizione della roccia fusa del sottosuolo, la ‘riolite’, che proviene dal magma più denso ed esplosivo che esista.

L’eruzione di un vulcano riolitico è troppo rapida e violenta perché possa formarsi un cono.

Il magma è viscoso, ricco d’acqua e spesso esplode, producendo grandi quantità di ceneri, che possono formare depositi di centinaia di metri di spessore, cui segue un lento flusso di magma vetroso che può raggiungere decine di metri di altezza e più di un miglio di lunghezza.

La prossima eruzione potrebbe essere di dimensioni analoghe a quella – celebre – di Mount St. Helens, come potrebbe anche essere di gran lunga più grande, secondo Singer.

“Sappiamo che negli ultimi milioni di anni, diverse eruzioni a Laguna del Maule o vulcani vicini sono state cento volte più grandi di quella di Mount St. Helens”, dice Singer.

Una mega-eruzione potrebbe influire notevolmente sulle condizioni meteorologiche di tutta la regione, sconvolgendone l’ecosistema e danneggiandone profondamente l’economia.

Cercando di prevenire un disastro del genere, Singer sta predisponendo un piano da 3000 dollari, sponsorizzato dalla National Science Foundation, per documentare il comportamento di Laguna del Maule prima che avvengano episodi eruttivi.

Con l’aiuto di colleghi di Cile, Argentina, Canada, Singapore, della Cornell University e Georgia Tech University, lo studioso sta elaborando un modello scientifico dei meccanismi che potrebbero portare all’eruzione.

“Questo modello dovrebbe esprimere l’evoluzione di tutto il sistema su tutte le scale possibili, dalla microscopica alla più grande, riguardanti l’attività vulcanica di questa zona nel corso degli ultimi 100mila anni”, spiega Singer.

Una fonte ricca di informazioni sui vulcani sono le onde sismiche. Le vibrazioni del suolo innescate dal movimento del magma può segnalare un’eruzione imminente.

Ben 50 sismometri saranno piazzati sopra e intorno a Laguna del Maule, nel tentativo di avere una immagine tridimensionale della crosta terrestre in quella zona.

Al momento, è stato localizzato, a cinque chilometri di profondità sotto il lago, un corpo magmatico ricco di fluidi che potrebbe, in futuro, solidificarsi sul posto o sfociare in una eruzione.

Nell’attesa, l’area è continuamente monitorata. “Di certo, il sollevamento non può continuare all’infinito”, conclude Singer.

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