L’Associazioni Luca Coscioni, si rivolge nuovamente al Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, sulla attuazione della legge 40 sulla fecondazione eterologa.
“Sembra che il ministro Lorenzin stia trovando dei pretesti inutili con l’intenzione di voler ritardare l’applicazione della sentenza della Corte Costituzionale, che invece di fatto è già tecnicamente applicata” ha dichiarato Filomena Gallo, segretario dell’Associazione Luca Coscioni, commentando un’intervista rilasciata dal Ministro questa mattina.
Mentre per il Ministro Lorenzin è importante che si facciano dei passaggi in Parlamento e che si emanino delle linee guida, secondo il segretario Gallo il ministro non sta “rispettando l’obbligo previsto all’articolo 15 della legge 40 che impone al ministro della Salute di presentare entro il 30 giugno una relazione al Parlamento sullo stato di attuazione della legge 40?”.
Uno dei punti da chiarire secondo Lorenzin, riguarda il numero di donazioni, ma secondo Gallo le risposte in proposito si trovano nella sentenza e nella legge 40. I giudici della Corte costituzionale, secondo Gallo, hanno scritto che “in relazione al numero delle donazioni è, poi, possibile un aggiornamento delle Linee guida, eventualmente anche alla luce delle discipline stabilite in altri Paesi europei (quali, ad esempio, la Francia e il Regno Unito), ma tenendo conto dell’esigenza di consentirle entro un limite ragionevolmente ridotto”.
Riguardo ad un elenco dei donatori dice Gallo:”Non c’è mai stato un catalogo dei donatori.L’abbinamento donatore/paziente è fatto dal medico in base alle caratteristiche biologiche”.
E infine riguardo ai problemi relativi a chi riconoscere come genitore dell’embrione secondo Gallo la legge 40 parla già abbastanza chiaro: la legge prevede infatti che i figli nati da eterologa sono figli legittimi della coppia; non hanno alcun rapporto giuridico con i donatori dei gameti; la coppia che accede alla donazione dei gameti non può disconoscere il nato; il donatore è anonimo.
“Inoltre, conclude Gallo, “i dati sanitari/genetici devono essere conservati presso i centri di fecondazione medicalmente assistita oggi identificati come istituti dei tessuti e siano conservati per almeno 30 anni dopo l’uso”.