“Il recente episodio relativo al ferimento di un bimbo di Massarosa (Lucca), colpito al volto da un pallino da caccia, impone una seria riflessione sui rischi di lesioni, anche gravi, ai cittadini, dovuti all’imperizia di singoli cacciatori ma anche all’insufficienza delle distanze minime di rispetto in direzione di abitazioni e luoghi di lavoro, troppo spesso violate”.
E’ il commento del presidente LIPU-BirdLife Italia Fulvio Mamone Capria al grave episodio accaduto oggi in Toscana. “Già nel giorno di apertura della stagione venatoria – prosegue Mamone Capria – si sono contati diversi problemi, anche molto seri, dovuti non solo agli errori, sempre imperdonabili, dei singoli, ma anche alla particolare conformazione del territorio italiano, ‘stretto’ e fortemente urbanizzato, che comporta inevitabilmente un alto rischio per i cacciatori stessi e per i cittadini che vivono o transitano in campagna.
“E’ una questione – aggiunge il presidente LIPU – continuamente segnalata, dalla LIPU e da moltissimi cittadini, e che non può più essere sottovalutata. Una questione alla cui soluzione dovrebbero contribuire in primo luogo gli stessi cacciatori, per trovare soluzioni che rendano più tollerabile la caccia da parte di chi, suo malgrado, deve subirla per tanti mesi all’anno.
“Tra queste soluzioni, la più semplice e immediata sarebbe la previsione di distanze di sparo maggiori da abitazioni e luoghi di lavoro. Si rifletta bene – conclude Mamone Capria – Il tema è serio e richiede una svolta altrettanto seria”.