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Il veleno di serpenti, api e scorpioni contro i tumori

Una ricerca ha utilizzato il veleno delle api per creare una nuova strategia di cura contro il tumore

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 12.08.2014

Il veleno di api, scorpioni e serpenti potrebbero costituire la base per  una nuova generazione di farmaci contro il cancro, secondo un gruppo di ricerca che ha presentato il proprio studio al 248° Meeting Nazionale della American Chemical Society (ACS).

I ricercatori hanno realizzato un metodo grazie al quale queste sostanze riescono a rivolgersi esclusivamente alle cellule cancerogene con ridotti effetti collaterali.

Api

“Abbiamo usato tossine del veleno in piccole particelle nanometriche per trattare il cancro al seno e cellule di melanoma in laboratorio”, ha spiegato Dipanjan Pan, che ha condotto lo studio. “Queste particelle, che si mimetizzano nel sistema immunitario, portano la tossina direttamente alle cellule tumorali, risparmiando il tessuto normale.”

Le potenzialità di questi veleni di attaccare le cellule tumorali potrebbero, secondo i ricercatori, bloccare la crescita del tumore e la diffusione della malattia.

Pan ha spiegato che studiando le api, il suo team ha identificato una sostanza presente nel veleno chiamato melittina che permette alle cellule tumorali di moltiplicarsi. Le api non ne producono in una quantità tale da poter essere estratto perciò i ricercatori hanno sintetizzato la sostanza in laboratorio.

Per capire come la melittina avrebbe potuto funzionare all’interno di una nanoparticella, hanno condotto studi computazionali. Poi, hanno fatto il test e iniettato la loro tossina sintetica nelle nanoparticelle. “Le tossine peptidiche che abbiamo realizzato sono così strettamente imballate all’interno della nanoparticelle che non fuoriescono quando esposte agli effetti collaterali e al flusso sanguigno,” spiega.

Le tossine si legano alle cellule staminali del cancro, bloccando la loro crescita e la diffusione. Secondo i ricercatori anche altri veleni sintetizzati, potrebbero avere proprietà simili.

Secondo il ricercatore la sperimentazione sugli uomini potrebbe cominciare entro  3-5 anni. Intanto comincerà quella sui ratti.

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