Allarme direttore del Dipartimento del farmaco dell’Istituto superiore di sanità (Iss) Stefano Vella: in Italia ci si ammala come in Africa. Infatti, l’incidenza delle nuove infezioni – dice il virologo – è del 7%, come nel continente africano, mentre “la società continua ad abbassare la guardia, sempre più italiani scoprono di essere sieropositivi quando è già molto tardi, a volte quando sono già malati di AIDS. Presto una cura contro l’epatite C.
I numeri dell’AIDS sono impressionanti, 170mila sieropositivi in Italia, 1 milione e 700mila persone malate, e 1000 nuovi casi ogni anno. “L’anno prossimo l’Aids compie trent’anni e continua ad essere un’emergenza importante, ma con l’epatite C rischiamo ancora di piu'”, dice Vella durante il convegno ‘HIV & HCV, due storie parallele’ in corso proprio all’ISS. HCV è il nome del virus che causa appunto l’epatite C.
I virus responsabili delle due patologie, l’AIDS e l’epatite C, sono state messe a confronto durante il convegno. E secondo il professor Antonio Craxì dell’Università di Palermo “si è capito che per ottenere efficacia bisognava colpire le proteine dei virus e inibirle. Una strategia che per l’Hiv è stata vincente e che sta dimostrando gli stessi risultati per l’altra infezione”.
L’AIDS oggi può essere curata con i farmaci antiretrovirali, facendo vivere una vita dignitora al paziente affetto dal virus, anche se non riescono ad estirparlo del tutto.
Ma le ricerche e le nuove cure per l’AIDS potrebbero rivelarsi utili anche per l’epatite C, anzie per il virus che la provoca, l’HCV. Infatti, presto aranno disponibili nuovi farmaci che potranno curare questo tipo di malattia del fegato. Si tratterebbe di due inibitori della proteasi, una proteina grazie alla quale il virus riesce di replicarsi nell’organismo ospite. Le percentuali sono molto promettenti, si parla del 75% di efficacia contro il 50% delle attuali cure con interferone. I lati negativi sono i maggiori costi e la maggiore tossicità del principio attivo. Ma secondo gli esperti l’epatite sarebbe più facile da sconfiggere rispetto all’AIDS. Nel giro di qualche anno, infatti, dovremmo riuscire a sconfiggerla definitivamente.