A circa 70 anni dalla nascita dei primi calcolatori, il loro funzionamento non è cambiato di molto e la rivoluzione che gli scrittori di fantascienza prefiguravano per la fine del millennio – il raggiungimento delle facoltà intellettive umane – non solo non c’è stata, ma non arriverà mai. Almeno, non continuando a restare ancorati al modello immaginato da John von Neumann per realizzare i primi calcolatori. Ora i ricercatori IBM hanno annunciato lo sviluppo di un sistema software innovativo progettato per realizzare una nuova generazione di computer cognitivi che – stando alle dichiarazioni dell’IBM – funzionano come il cervello umano.
IBM ha detto che il nuovo sistema è “ispirato alle funzioni, al basso consumo energetico e alla compattezza del cervello umano.” Secondo i ricercatori del progetto il nuovo sistema potrebbe portare ad una nuova era dell’informatica, che permetterà alle macchine di imparare e interagire in modo più naturale con gli esseri umani.
Le nuove macchine cercheranno di imitare le capacità fondamentali del cervello: “percezione, azione e cognizione.”
L’azienda dice che l’obiettivo a lungo termine è quello di “costruire un sistema con dieci miliardi di neuroni e centomila miliardi di sinapsi, consumando solo un kilowatt di potenza e occupando meno di due litri di volume.” Circa le caratteristiche strutturali del cervello umano.
Nella nuova architettura i programmi saranno strettamente legati al modo in cui la macchina è stata progettata, e non saranno semplici algoritmi sequenziali. “Architettura e programma sono strettamente collegati e la nuova architettura richiederà un nuovo paradigma di programmazione”, ha detto Dharmendra Modha, senior manager per il progetto.
Mentre i sistemi informatici moderni eccellono nel calcolo di grandi quantità di dati sequenziali, l’arrivo del fenomeno internet, che ha comportato l’aumento vertiginoso di dati in tempo reale, i cosiddetti “Big Data”, sta mettendo a dura prova il vecchio modo di immaginare il calcolatore, mostrando i limiti di questo vecchio modo di elaborazione dei dati.
Il cervello, che opera più lentamente di alcuni super computer, è però molto più efficiente nel riconoscere e nell’interpretare, per di più utilizzando una quantità di energia ridicola, pari a quella necessaria per accendere una lampadina da 20 watt.
Il nuovo ecosistema, secondo IBM, è “su misura per una nuova classe di architetture distribuite, altamente interconnesse, asincrone e parallele.”
Per esempio, l’occhio umano riceve oltre un terabyte di dati al giorno (mille miliardi di byte), interpretando i dati più importanti e scartando il resto. I sistemi costruiti da questi nuovi chip potrebbero imitare proprio la capacità del nostro cervello di capire quali sono i dati importanti e quali no. In futuro tali sistemi potrebbero portare allo sviluppo di occhiali per aiutare i non vedenti.
Ad oggi, il computer cognitivo più noto è Watson, sempre dell’IBM, famoso in America in quanto è riuscito a battere per ben due volte concorrenti umani in un popolare quiz televisivo. Ora l’IBM vuole realizzare nuovi computer che, installati a bordo di automobili, dispositivi medici, smartphone, videocamere e robot possano migliorare la nostra vita, rendendo i computer meno ‘stupidi’.