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Survival, genocidio in Amazzonia. Colin Firth lancia un appello al Ministro della Giustizia brasiliano

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 26.04.2012

“Foresta Amazzonica”,  “deforestazione”, sono parole ormai più o meno svuotate di significato, che indicano luoghi lontani, al limite rappresentati nelle foto e in qualche filmato e che ci arrivano dai media per metterci in guardia sui livelli di CO2 nell’atmosfera e sui cambiamenti climatici.

L’associazione Survival International con un testimonial d’eccezione, l’attore Colin Firth, ha lanciato in questi giorni una campagna virale per aiutarci a capire che “deforestazione” può portare con sè una parola dal significato molto più inquietante: “genocidio”.

Di genocidio infatti ha parlato un giudice brasiliano: gli Awà, una popolazione di indigeni dell’Amazzonia, sono sull’orlo dell’estinzione, ne restano solo 355. Secondo le associazioni umanitarie sono perseguitati dai pistoleros, così vengono ormai chiamati, che li ammazzano a sangue freddo quando li incontrano nella foresta. I pistoleros sono allevatori che vogliono la terra per realizzare ranches in cui allevare le vacche.

Oppure sono emissari delle grandi compagnie che tagliano e esportano la legna illegalmente.

La deforestazione illegale avviene attraverso gli incendi: per gli Awá questo significa perdere tutto.

Gli Awá sono una delle sole due tribù di  nomadi di cacciatori-raccoglitori rimaste in Amazzonia. Secondo Survival,  ora sono fra le tribù più minacciate del mondo, assalite da uomini armati, taglialegna e contadini coloni ostili. Gli Awá sono fra le tribù incontattate, cioè quei gruppi umani che non hanno contatti pacifici con nessun membro delle culture o delle società dominanti.

Questa è una delle testimonianze riportata dal giornale The Guardian di un giovane Awá : “Questa terra è mia, è nostra. Loro possono tornare nelle città, ma noi indiani viviamo nella foresta. Stanno per uccidere tutto. Tutto sta morendo. Moriremo tutti  di fame, i bambini saranno affamati , mia figlia avrà fame e io avrò fame. “

In una precedente intervista rilasciata a Survival International , un altro membro della tribù, Karapiru, ha descritto come la maggior parte della sua famiglia sia stata uccisa dagli allevatori. “Mi sono nascosto nella foresta e sono  fuggito dai bianchi. Hanno ucciso mia madre, i miei fratelli e mia moglie”, ha detto. “Sono stato ferito durante il massacro, ho sofferto molto perché non ho potuto mettere nessuna medicina sulla mia schiena perchè non riuscivo a vedere la ferita: è ​​stato incredibile che io sia sfuggito – è stato grazie al Tupã [spirito].. ho trascorso molto tempo nella foresta, affamato e inseguito dagli allevatori. Sono fuggito, per conto mio. Non avevo una famiglia che mi aiutasse, con cui parlare. Così sono andato sempre più in profondità nella foresta.

“Spero che quando mia figlia crescerà lei non dovrà affrontare i problemi che ho avuto io. Spero che  sarà meglio per lei. Spero che le stesse cose che sono successe a me non accadranno a lei.”

 

 

I guai di questa popolazione sono cominciati nel 1982 con l’inaugurazione di un programma della  Comunità economica europea (CEE) e finanziato dalla Banca Mondiale per estrarre enormi giacimenti di ferro trovate nelle montagne Carajás. La CEE ha dato al Brasile 600 milioni di dollari per costruire una ferrovia dalle miniere fino alla costa, a condizione che l’Europa ricevesse un terzo della produzione, un minimo di 13,600  tonnellate l’anno per 15 anni. La ferrovia taglia direttamente attraverso la terra degli Awá.

Questa è stata, secondo il direttore della ricerca di Survival, Fiona Watson, la causa del disastro. Un terzo della foresta pluviale del territorio degli Awá nello Stato di Maranhão, nel nord-est del Brasile da allora è stato distrutto e gli stranieri hanno esposto gli Awá a malattie contro le quali non hanno alcuna immunità naturale.

“Gli Awà son davvero sull’orlo dell’estinzione”, ha detto.  “E ‘una popolazione estremamente ridotta e le forze dispegate contro di loro sono enormi. Vengono attaccati dai taglialegna, da coloni e allevatori di bestiame. Essi vivono esclusivamente sulle risorse della foresta :’ Se non abbiamo la foresta, non possiamo dare da mangiare ai nostri figli e noi moriremo ‘. “

“Non è solo la distruzione della terra, è la violenza”, ha detto la Watson. “Ho parlato con persone che sono sopravvissute ai massacri. Ho intervistato Awá che hanno visto le loro famiglie uccise di fronte a loro. Ci sono persone immensamente potenti contro di loro. I Land-grabber utilizzano pistoleros per “ripulire” la terra. Se non fermiamo qusto ora, questo popolo potrebbe essere spazzato via.”

E’ possibile condividere la notizia attraverso i social network da questo sito  e inviare un messaggio al minitro della giustizia brasiliano perchè faccia qualcosa per salvare questa popolazione dall’estinzione.

 Questa è invece la pagina facebook.

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