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E’ possibile prevedere eruzioni di vulcani sottomarini?

Scritto da Giulia Chiarenza il 11.06.2012

Foto: Oregon State University

Un team di scienziati lo scorso anno era riuscito a destare l’attenzione pubblica per essere riuscito, con anni di anticipo, a prevedere l’eruzione del 2011 del vulcano sottomarino Axial che si trova nella Juan de Fuca Ridge. Gli stessi scienziati oggi sostengono che il vulcano, a 400 chilometri a largo della costa dell’ Oregon, dava chiari segnali qualche ora prima dell’imminente eruzione.
Nuovi studi basati sui dati ottenuti grazie agli idrofoni sottomarini dimostrano che circa 2.6 ore prima dell’inizio dell’eruzione si verifica un’improvvisa impennata nell’energia sismica, che secondo gli scienziati, potrebbe in futuro permettere previsioni in prossimità dell’evento.
Gli scienziati hanno anche aggiunto che Axial potrebbe eruttare di nuovo, entro il 2018, in base ad uno schema ciclico ricavato dalle misurazioni delle deformazioni.
I risultati dello studio finanziato da  National Science Foundation, National Oceanic and Atmospheric Administration, e Monterey Bay Aquarium Research Institute (MBARI) saranno pubblicati in tre parti questa settimana sulla rivista Nature Geoscience.

Bill Chadwick, geologo presso la Oregon State University, nonché principale autore di uno degli articoli, sostiene che la relazione tra la sismicità, la deformazione del fondale marino e l’intrusione del magma non è mai stata dimostrata su un vulcano sottomarino, ma aggiunge anche che nuovi metodi di osservazione concedono nuovi, affascinanti spunti.

“Axial è un caso unico proprio perché è uno dei pochi posti al mondo che permette una previsione con largo anticipo, e adesso possiamo anche costruire un modello coerente che possa spiegare il suo comportamento” afferma Chadwick, “Studiamo il sito da anni, il sollevamento del fondale, iniziato nel 2000 –due anni dopo l’ultima eruzione- è stato graduale e costante”.
“Poi però il volume del magma ha cominciato a crescere rapidamente 4/5 mesi prima dell’eruzione fino a triplicarsi,  sintomo che la prossima eruzione era vicina”
Bob Dziak, geologo marino, aveva già posizionato gli idrofoni sull’ Axial per monitorare l’attività sismica. Durante i 4-5 mesi precedenti all’eruzione del 2011, si registrò un sistematico aumento di piccoli terremoti (magnitudo approssimativa di 2.0), ma solo una lieve crescita  nell’energia sismica totale, dovuta ai piccoli terremoti.


Poche ore prima dell’eruzione del 6 Aprile 2011 invece, “gli idrofoni registravano il segnale di migliaia di piccoli terremoti in pochi minuti, che noi facevamo risalire al magma che dal vulcano si faceva strada verso la crosta” sostiene Dziak.
“Sfruttando l’analisi sismica, siamo riusciti a vedere chiaramente come il magma ascende dentro il vulcano due ore prima dell’eruzione. Se il segnale dell’energia sismica che precede l’eruzione sia peculiarità di Axial o sia comune ad altri vulcani, non è ancora chiaro, ma è un’ottima base da cui partire.”

Conoscere gli eventi che precedono l’eruzione è importante, per questo entro i prossimi anni i ricercatori installeranno nuovi strumenti e cavi sottomarini in prossimità di Axial, che permetteranno di monitorare più facilmente al largo del Pacifico nordoccidentale.
Gli scienziati hanno anche documentato la presenza di camini idrotermali di recente formazione che potrebbero fornire un quadro più esaustivo della attività vulcanica sottomarina.

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