Sul porto di Livorno si è tornati a discutere dopo che altre questioni avevano riproposto anche recentemente alcuni problemi vecchi e nuovi del rapporto Pisa –Livorno specie dopo l’inaugurazione del Porto a Boccadarno.
I Navicelli innanzitutto ma anche lo scolmatore, Tirrenia e Calambrone anche in rapporto al parco e non solo alla balneazione e alla mobilità.
Con il Porto di Livorno come abbiamo subito visto sono tornati alla ribalta anche l’erosione costiera che i suoi problemi ne aveva già non pochi tanto che è recente l’approvazione di una legge regionale specifica (quanti la conoscono?). Problemi emersi anche a seguito di una serie di vicende allarmanti emerse –è il caso di dirlo- nel santuario dei cetacei e dopo Schettino.
Questioni che sono state al centro lo scorso Novembre di un convegno internazionale promosso dal ministero dell’Ambiente con la sottosegretaria on Velo dove è stata approvata la Carta di Livorno. Una Carta che non a caso proprio a Livorno ha dato avvio ad una serie di impegni regionali, nazionali e internazionali che riguardano la navigabilità, l’erosione costiera, l’inquinamento marino e la pesca, la tutela ambientale e paesaggistica.
E non è certo un caso che nel territorio interessato a questa impegnativa partita operino parchi nazionali, regionali, aree protette di Rete Natura 2000. E non è neppure un caso che il Parco di San Rossore gestisca da poco la riserva marina della Meloria e che il ministro Orlando (allora all’ambiente) volesse qui istituire un Osservatorio nazionale sul mare d’intesa anche con la regione Toscana.
Ecco perché c’è l’esigenza di procedere spediti ma avendo ben chiaro il contesto non riducibile a controversia pisano- livornese che è bene lasciare al Vernacoliere. Naturalmente non potranno certo essere ignorati i dati forniti da Pranzini e le cose sostenute a suo tempo da Franchini per il comune di Pisa si tratta solo di tenete conto del nuovo contesto che si è decisamente allargato.
Renzo Moschini