Stando a quel che bolle in pentola entro maggio il parlamento dovrebbe votare le riforme costituzionali senza modifiche per evitare un allungamento dei tempi.
Quello che finora non è stato detto o di cui finora comunque nessuno o quasi parla è che le regioni Toscana compresa e gli oltre 1000 comuni che il 31 maggio saranno rinnovati sanzioneranno un loro forte ridimensionamento delle competenze e i ruoli. In altri termini specie dopo l’abrogazione delle province e il tipo di senato che si profila le regioni ordinarie ( perché quelle speciali saranno esentate) conteranno meno nelle politiche nazionali ed europee. In tutte i comparti dove erano previste competenze concorrenti a partire dall’ambiente ora tutto tornerà alla casa madre. Non si dica per carità che le regioni hanno dato spesso prove poco brillanti anzi pessime e che le province costano ( davvero?) perché lo stato nel suo malgoverno risulta imbattibile. Imbattibili infatti sono i Bertolaso, gli Incalza e via rovinando. Se dunque uno svolta serve ed urge non è certo tornando a ruoli gerarchici di ‘supremazia’ laddove semmai è indispensabile non accrescere la conflittualità paralizzante e penalizzante per tutti. E di questo si tratterà inevitabilmente perché persino dove la competenza delle regioni sarà esclusiva lo stato senza neppure preavviso potrà intervenire a suo comodo.
La Toscana la cui politica è stata un ottimo modello nel panorama nazionale dovrebbe anche per questo farsi sentire e valere. O è meglio fare la voce grossa con Asor Rosa e la Marson?
Renzo Moschini