Nell’ambra fossile risalente a oltre 100 milioni di anni fa in pieno Cretaceo, quando ancora circolavano sulla Terra i dinosauri, è stata scoperta la più antica prova di insetti impollinatori. Il ritrovamento nel sud della Spagna mostra anche che gli insetti ricoperti di piccole particelle di polline dei fiori mostravano dei comportamenti sociali.
I fiori sono un’invenzione molto recente nella storia dell’evoluzione, e la scoperta, pubblicata sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS), indica che già da subito gli insetti si sono adattati all’utilizzo del polline, dando così alle piante un altro modo per riprodursi velocemente.
Oggi, oltre l’80% delle specie vegetali contano oggi sugli insetti per il trasporto di polline dai due diversi sessi del fiore. L’impollinazione è meglio conosciuta nelle piante da fiore, ma esiste anche nelle cosiddette gimnosperme, piante che producono semi senza fiore come le conifere. Anche se il gruppo più popolare di insetti impollinatori sono api e farfalle, una miriade di altri insetti meno noti come mosche, scarafaggi o tripidi si sono co-evoluti con le piante, trasportando il polline e – in cambio di questo sforzo – essendo premiati con ghiotto cibo.
Nel corso degli ultimi 20 anni, l’ambra risalente al Cretaceo inferiore (110-105 milioni di anni) ritrovata nei Paesi Baschi nel nord della Spagna ha rivelato molte nuove piante e nuove specie animali, soprattutto insetti, coinvolti nel processo, come ad esempio un gruppo di piccoli insetti inferiori ai 2 mm di lunghezza, che si nutrono di polline e altri tessuti vegetali. Si trattava di impollinatori efficienti per diverse specie di piante da fiore.
Due pezzi di ambra hanno rivelato sei esemplari fossili di tripidi femmina con centinaia di granelli di polline attaccati ai loro corpi. Questi insetti presentano peli altamente specializzati con una struttura ad anello per aumentare la loro capacità di raccogliere granelli di polline, molto simili a quelli ben noti degli insetti impollinatori moderni come le api domestiche. Gli scienziati descrivono nell’articolo ben sei esemplari in un nuovo genere finora sconosciuto (Gymnopollisthrips) comprendente due nuove specie.
Il campione più rappresentativo è stato anche studiato con la tomografia a raggi X per rivelare la distribuzione dei granuli di polline sul corpo dell’insetto in tre dimensioni e ad altissima risoluzione.
I granuli di polline sono molto piccoli e presentano le caratteristiche necessarie per attaccarsi al corpo degli insetti, che così li possono trasportare. Gli scienziati concludono che il polline apparteneva ad una specie da cui deriva il moderno ginkgo, oggi considerato una sorta di fossile vivente, di cui sono note solo poche specie alla scienza. Gli alberi di ginkgo sono sia maschio o femmina, e gli alberi maschili producono dei coni simili a pigne con polline, mentre le piccole piante femminili portano ovuli alla fine degli steli che si trasformano in semi dopo l’impollinazione.
Per quale ragione evolutiva questi minuscoli insetti in pieno Cretaceo, 100 milioni di anni fa, raccoglievano e trasportavano il polline Gingko? Secondo i ricercatori, il vantaggio dei tripidi può essere spiegato solo grazie alla possibilità di nutrire le loro larve con il polline. Questo suggerisce anche che questa specie formasse colonie con larve che vivevano negli antichi parenti del gingko, che fornivano riparo e protezione.
Circa 100 milioni di anni fa le piante da fiore hanno iniziato a diversificarsi enormemente, sostituendo le conifere come la specie dominante sulla Terra. Ma la risposta al perché sia accaduto questo è ancora da scoprire, e forse risiede in un fossile d’ambra da qualche parte là fuori.
Il Ginkgo biloba è un ‘fossile vivente’, l’unica specie sopravvissuta della famiglia Ginkgoaceae. Appartiene alle Gimnosperme, i cui semi non sono protetti dall’ovario. Strutture a forma di albicocca sono in realtà semi ricoperti da un involucro carnoso che li protegge. È un albero antichissimo le cui origini risalgono a 250 milioni di anni fa. E’ conosciuto anche come ginko o ginco o albero di capelvenere.