Lavandare
Nel campo mezzo grigio e mezzo nero
resta un aratro senza buoi che pare
dimenticato, tra il vapor leggero.
E cadenzato dalla gora viene
lo sciabordare delle lavandare
con tonfi spessi e lunghe cantilene:
Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l’aratro in mezzo alla maggese.
La poesia è di Pascoli, l’ho scelta per aprire il mio piccolo testo perché, mentre lo scrivevo, m’è venuta in mente evocata certo dal contenuto, spero non paia ai lettori troppo avulsa, in ogni caso è grande poesia.
Anche se i GAS sono ormai famosi, forse è meglio fare un ripasso. I GAS sono i Gruppi di Acquisto Solidale. Nascono quando un gruppo di amici o conoscenti comincia a pensare che sapere cosa si acquista è meglio che lanciarsi nel vuoto; che prodotti biologici e a chilometro zero (o quasi) migliorano il gusto del cibo e l’ambiente che ci circonda; che carne di animali trattati bene, allevati con cura e all’aperto è carne più buona e anche chi la divora si sente un po’ più buono. Allora le persone si riuniscono, si collegano, si scambiano indirizzi di allevatori, agricoltori, rivenditori di fiducia e così nascono i GAS, che ormai sono una realtà fiorente in tutta Italia.
È la scelta della persona che usa il fatto d’essere consumatore non in modo passivo, ma attivo: attraverso gli acquisti si cerca di condizionare scelte molto più grandi del singolo, ma non del gruppo, di tanti gruppi.
Molto meno conosciuti penso siano i GAT. L’idea è interessante: si tratta di Gruppi di Acquisto di Terreni, il che, detto così, fa pensare a speculatori. Di persone che acquistano terreni ce n’è già in abbondanza, ma per fortuna i GAT sono cosa diversa. I Terreni in questione sono terreni agricoli, che devono rimanere tali. Dunque è l’idea opposta alla speculazione, che invece arraffa terreni per costruire, cementificare, speculare. L’idea dei GAT è fare investimenti, non in perdita, certo, ma con un intento etico e civile, cioè salvaguardare terreni, dare respiro a quest’Italia che tra speculatori e mafiosi (spesso la stessa cosa) non respira più. Anche nelle mia zona di provincia, in vista delle elezioni provinciali comincia la campagna elettorale all’insegna del: costruiremo case popolari per giovani e vecchi. Eppure quanta gente c’è senza casa (almeno in certe zone d’Italia)? E soprattutto quante case abbandonate ci sono? Basterebbe ristrutturarle e salvaguardare il paesaggio.
Ma l’interesse puramente economico e per giunta a breve respiro vuole subito il malloppo e l’Italia è diventata la patria dell’abusivismo e dei condoni.
Per questo ho letto con piacere l’idea dei GAT. Probabilmente molte persone avranno già fatto la scelta di comprare un terreno per coltivarlo, per tenerlo lì, senza per forza costruire, l’hanno fatta in privato, ma credo che la forza delle idee si affermi nella rete di persone, gruppi, iniziative. Unirsi nel GAT è un modo per essere più forti e più convincenti.
Molti altri sono i motivi per cui l’idea dei GAT è interessante, il fatto di avere prodotti agricoli buoni e più sani, di riavvicinare molte persone all’agricoltura, il fatto di investire in modo sicuro.
Per saperne di più questo è il sito: http://www.gruppoacquistoterreni.it/
Una postilla. Mio marito nel leggere il pezzo, mi ha ricordato come sia però triste che debbano nascere i GAT per tutelare il territorio italiano, basterebbe applicare l’art. 9 della Costituzione: “La Repubblica (…) tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della nazione”.