Quest’anno abbiamo scelto una vacanza breve, proprio perché breve ci siamo posti il problema dei nostri tre gatti. I veterinari dicono che il gatto preferisce stare a casa sua purché qualcuno lo visiti almeno una volta al giorno per cibo, pulizia, acqua e coccole.
Poiché i nostri gatti sono tre e diventa difficile trovare chi li possa accudire, abbiamo optato negli ultimi anni per una soluzione di compromesso: due gatte con noi e il gatto maschio, più vagabondo, restava a casa, in uno spazio suo, uno spazio più ampio.
Quest’anno invece abbiamo contravvenuto a tutti i consigli degli etologi e ci siamo portati i tre gatti, tutti e tre nessuno escluso, anche se per soli 5 giorni di vacanza.
Per fortuna abbiamo trovato sul lago di Como un albergo aperto agli animali e confortevolissimo.
Abbiamo portato anche il gatto maschio con un certo timore, perché lui ha un carattere orgoglioso, indipendente e libero.
La sorpresa è stata grande.
In primo luogo le due femmine hanno demolito tutti i pareri sul gatto in vacanza, infatti, appena arrivate e liberate dalle gabbiette hanno tranquillamente mangiato e bevuto.
In secondo luogo il gatto maschio è stato benissimo, bravissimo, non ha mai miagolato, non ha mostrato segni di sofferenza per la “prigionia”, solo un po’ di smarrimento iniziale e tanta ricerca di vicinanza fisica con noi.
Alla fine mi sono detta “ho avuto ragione io”.
Perché io ho fortemente voluto che anche il gatto maschio venisse con noi, io che l’anno scorso ho visto il suo sguardo.
L’anno scorso, prima della partenza, il gattone si è avvicinato col muso alle gabbiette dove stavano le due gatte in partenza con noi.
Dopo averle annusate un po’, mi ha guardata e senza cercare di uscire è salito di sopra, da solo.
Mi ha guardata, con occhi delusi, preoccupati, quasi imploranti (nonostante l’innato orgoglio dei gatti).
Si può immaginare che me lo sia inventato, che sia stato solo il riflesso dei miei sensi di colpa.
Chissà.
Quel che è certo è che da solo, nonostante una vicina gattofila lo accudisse due volte al giorno, il gatto miagolava spesso e a lungo; in vacanza mai.
Io credo di avere avuto ragione, di averlo guardato davvero negli occhi, non solo di averlo visto, ma osservato, guardato, di aver messo i miei occhi nei suoi e il mio sentire nel suo.
La vacanza è stata più bella per tutti.
Si è stanchi di dire che non bisogna abbandonare gli animali. Si è stanchi, ma si deve dirlo. Io direi anche a chi sta per abbandonare il proprio animale di guardarlo negli occhi. Vorrei che l’uomo guardasse negli occhi l’animale. Però sento che è una richiesta assurda. Chi abbandona infatti non ha occhi né cuore: è cieco, solo, crudele non solo verso l’animale, ma anche verso di sé, verso la propria essenza umana e animale. Perché questo siamo: animali specie umana.
E ora una nota informativa: pare che gli abbandoni sino ad ora siano diminuiti. Benissimo, ma… pare che siano aumentati gli animali abbandonati nei canili. Il che è meno efferato, ma per l’animale è lo stesso un trauma. Pensiamoci.
Intanto continua l’operazione Io l’ho visto. Si tratta di un servizio realizzato dall’Associazione italiana difesa animali ed ambiente (AIDAA), Prontofido e dalle radio del gruppo Finelco (Radio 105, Virgin e Radio Montecarlo), per salvare gli amici a quattro zampe abbandonati sulle autostrade. L’operazione va dal 24 luglio fino al quattro settembre: sarà possibile segnalare i cani abbandonati o vaganti sulle autostrade inviando un sms al 3341051030.