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Parchi: sempre peggio

Parchi: sempre peggio

Scritto da Renzo Moschini il 27.11.2012

Avevamo avuto modo recentemente di dire che l’esigenza e l’urgenza di modificare la legge 394 sui parchi, riproposta da Legambiente, ci pareva del tutto fuori luogo e fuorviante essendo altre le incalzanti e irrinviabili esigenze e necessità dei nostri parchi. Ed ecco tempestiva la conferma. In Commissione ambiente della Camera approfittando nientemeno della discussione di una legge sul trattamento degli olii usati e materassi dismessi  si è  proposta di nuovo la modifica di alcune norme della 394, abolendo l’albo dei direttori di parco, modificando  la composizione dei Comitato direttivi dei parchi, abolendo le commissioni di riserva per le aree marine e definendo  gli atti da sottoporre a vigilanza. Inoltre si precisa che non sono previsti né compensi né gettoni per i membri dei consigli.

FOTO: Maria di Gregorio

Ormai quella in atto da parte del ministero grazie anche alle sconcertanti compiacenze di chi lascia fare quando non incoraggia, è una vera e propria azione di cecchinaggio sui parchi e la loro legge. Tutte le occasioni infatti sono buone per penalizzarli e azzopparli. 

E naturalmente non risulta che queste brillanti sortite  siano state verificate e discusse prima con  gli interessati, tanto è vero che direttori e associazioni protestano denunciando ancora una volta di effetti negativi che tutto questo avrà sul funzionamento dei parchi e specialmente delle aree protette marine.

Se si voleva l’ennesima conferma di quanto sia strumentale, pretestuosa  e assolutamente ingiustificata  la modifica della legge quadro, eccoci prontamente accontentati e spero  vogliano prenderne atto finalmente anche gli amici di Legambiente.

Detto questo va tuttavia aggiunto  che sorprendenti e sconcertanti non sono soltanto queste trovate, ma anche i silenzi istituzionali che l’accompagnano. Come sarebbe pensabile che le trovate della stessa portata messe in atti nei confronti dei direttori e segretari dei comuni fossero affidate unicamente a questi ultimi e non all’ANCI che infatti ha protestato e protesta.

Eppure in parchi sono anch’essi soggetti istituzionali e come tali rappresentati, ma non ci sembrano impegnati come l’ANCI e l’UPI.

Forse pagano anche lo scotto di avere a suo tempo dato via libera alla modifica della legge quadro. Ma gli errori vanno corretti e non bissati.

L’ho detto già altre volte e torno a ripeterlo; chi pecora si fa il lupo la mangia.

 

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