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Per i 20 anni della legge sui parchi evitare innanzitutto nuovi danni normativi e istituzionali

Scritto da Renzo Moschini il 07.12.2011

Il ministro Clini si è impegnato a discutere presto della situazione anche dei parchi. Ce n’è bisogno e urgenza perché l’arretrato è tanto e da salvare poco. E va fatto con le istituzioni nessuna esclusa. Qui infatti è il primo nodo da sciogliere da parte del ministero che si è finora considerato titolare unico della materia specialmente per quanto riguarda le aree protette marine.  Il che vale anche per il parlamento visto che al Senato stanno confezionando un pastrocchio proprio a danno delle regioni e degli enti locali ed in particolare –tanto per cambiare- delle aree protette marine siti di Rete Natura 2000 inclusi.

Il  sen. D’Ali presidente della commissione ambiente ha detto all’incontro di Federparchi che a primavera forse concluderanno i lavori. Che questo sia possibile forse non ci crede neppure lui in ogni caso è sicuramente la cosa di cui c’è meno bisogno anche se finora si è proceduto stranamente d’amore e d’accordo. Ho visto che il Sen Della Seta considera tutto ciò positivo. Quello che ancora non è stato detto neppure dai senatori come Della Seta  la cui matrice culturale oltre che politica dovrebbe consigliare ben altro, perché a 20 anni dalla entrata in vigore della legge 394 e mentre l’Unione Europea proprio in questi giorni rilancia una politica per le regioni costiere basata sulla ‘nozione di ecosistema a livello regionale e nazionale’, le regioni dovrebbero essere estromesse da qualsiasi competenza e responsabilità sulle aree protette marine. Tanto che regioni come la Liguria o la Calabria che hanno istituito proprie aree protette marine se le vedrebbero sottratte per essere assegnate dal Ministero a chi ritiene più opportuno. Appare quindi  sconcertante il pudico silenzio di D’Ali e ancor più quello di Della Seta su un punto così grave. E appare non meno strano che mentre sulle regioni si fra gravare  questa incredibile spada di Damocle il ministero stia mettendo mano a operazioni rivolte alle aree protette marine ormai alla canna del gas senza coinvolgere le regioni e enti locali. Si pensa davvero che del santuario dei cetacei, dell’Arcipelago toscano, della Meloria, di Portofino si possa decidere senza la regione toscana, la Liguria e così via?. O pensano che la legge del senato sia già in vigore? Non è però meno strano che mentre infuriano polemiche ad es sulla fauna e da parte del Corpo Forestale dello Stato si ribadisce il no al passaggio delle riserve naturale ai parchi previsto dalla legge perchè questo fa comodo  al ministero, sulla questione di fondo ossia lo stravolgimento della 394 non si dica niente.

Renzo Moschini

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