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Accordo Iran-USA su nucleare? Entrambi i Paesi smentiscono.

l portavoce del Consiglio di Sicurezza nazionale americano, che ha negato l'esistenza di accordi immediatamente successivi alla nomina del nuovo presidente, ha precisato che i lavori per delle soluzioni diplomatiche continuano, ma con la collaborazione di altri paesi

Scritto da Giulia Chiarenza il 26.10.2012

Le mire nucleari dell’ Iran costituiscono una delle maggiori minaccie per gli equilibri internazionali.  Lo scorso fine settimana sull’edizione on-line del New York Times, è trapelata da alcuni funzionari dell’amministrazione Obama la possibilità di eventuali accordi bilaterali tra il paese mediorientale e gli Stati Uniti proprio su questo tema, dopo i risultati delle imminenti elezioni presidenziali americane.

Mahmoud Ahmadinejad nel 2009 Foto: Marcello Casal Jr\ABr

Sia la Casa Bianca che il Ministero degli Esteri Iraniano hanno smentito la notizia domenica. 
Il portavoce del Consiglio di Sicurezza nazionale americano, che ha negato l’esistenza di accordi immediatamente successivi alla nomina del nuovo presidente, ha precisato che i lavori per delle soluzioni diplomatiche continuano, ma con la collaborazione di altri paesi. 
Anche il ministro degli Esteri Ali Akbar Salehi ha dichiarato che i negoziati coinvolgono i cinque paesi membri permanenti delle Nazioni Unite.

L’Unione Europea lo scorso venerdì 19 era già tornata a sollecitare con urgenza l’Iran ad iniziare delle negoziazioni sul tema nucleare, minacciando, in caso di mancata collaborazione, l’inasprimento delle attuali sanzioni.

Le sanzioni più recenti, che hanno colpito commercio e trasporto, hanno già duramente messo alla prova l’economia iraniana e hanno determinato un forte aumento dell’inflazione del paese.

Teheran dal canto suo, difendendo i propri progetti nucleari come “pacifici”, non sembra intenzionata a cedere sul tema e rinunciare al proprio diritto di sovranità.

Secondo l’articolo del NYT, pare che negoziazioni tra USA e Iran siano in corso già dall’inizio del mandato di Obama e che Teheran abbia chiesto che i colloqui inizino dopo il 6 Novembre quando si conoscerà il nome del nuovo inquilino della Casa Bianca.

La fuga di una notizia di tale portata, alla vigilia delle elezioni presidenziali americane, sembra tutt’altro che causale. Andrebbero infatti riconosciuti al candidato i meriti di aver inaugurato un dialogo con la Repubblica Islamica su un tema così difficile, che sfugge agli accordi internazionali, e di aver ripreso relazioni diplomatiche ufficiali, sospese fin dalla rivoluzione del 1979.

In passato il presidente Mahmoud Ahmadinejad e i suoi più stretti collaboratori avevano accennato alla possibilità di riprendere contatti diplomatici con gli Stati Uniti, ma l’unico che può approvare eventuali accordi con gli americani è la guida suprema Iraniana, l’Ayatollah Ali Khamenei. Alcuni funzionari americani fanno sapere di una disponibilità del leader ai negoziati, ma gli analisti Iraniani la escludono categoricamente.

Amir Mohebbian, analista degli affari esteri e autore di numerosi contributi sul sito ufficiale di Khamenei ha dichiarato “l’amministrazione Obama ha dei chiari interessi a convincere gli elettori che i negoziati stiano funzionando, ma fino a quando gli Stati Uniti minacceranno l’Iran con nuove sanzioni, la nostra guida suprema non approverà alcuna trattativa”

 
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