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Le amicizie fra i ragazzi italiani: chi si adegua e chi no

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 19.09.2013

La Società Italiana di Medicina dell’Adolescenza e dall’Associazione Laboratorio Adolescenza ha condotto un’indagine su Adolescenti e Socialità, da cui emerge che la maggior parte dei ragazzi fra i 12 e i 14 anni hanno molti amici, pochi fra loro dichiarano di averne pochi.

Ragazze

 L’85,5% degli adolescenti dichiara di avere “molti amici”, mentre solo l’11,8% dei maschi e il 13,6% delle femmine dichiara di averne “pochi”. L’indagine ha coinvolto 2000 studenti di terza media nell’anno scolastico 2012-2013.

Gli amici si incontrano a scuola, ma anche praticando sport o fra gli amici di famiglia. Ma il 30% dei ragazzi ha dichiarato che da internet arrivano anche amicizie reali, ulteriori a quelle virtuali di facebook, e questa è la novità. 

Circa la metà dei ragazzi dichiara di litigare spesso ma le amicizie si cambiano raramente. Sempre circa la metà degli adolescenti dichiara di sentirsi a disagio con i propri amici e tende ad adeguarsi a ciò che succede nel gruppo.

“Ciò che emerge dall’indagine – sostiene lo psicologo Fulvio Scaparro – è un’ulteriore conferma di un fenomeno noto: il gruppo numeroso esercita una sorta di effetto protettivo sul singolo (nel numero ci si può meglio “nascondere”), “pagato” in termini di omologazione (come ad esempio avere tutti un abbigliamento di un certo tipo) e di autonomia individuale (dover sottostare alle decisioni della maggioranza o del leader). Un dato positivo è, invece, rilevare che la maggioranza degli adolescenti preferisce frequentare gruppi ristretti di amici piuttosto che il grande gruppo o, ancor più, un singolo amico. Il gruppo ristretto – spiega Scaparro – è da un certo punto di vista il più impegnativo, perché impone che ciascuno abbia un ruolo distintivo in un contesto in cui c’è necessariamente anche un confronto diretto; ma proprio per questo da un lato è il più “formativo” per un adolescente, dall’altro minimizza il rischio dell’eccessivo isolamento (singolo amico) o della marginalizzazione (gruppo numeroso)”.

Piernicola Garofalo, Presidente della Società Italiana di Medicina dell’Adolescenza (SIMA) commenta così quel quel 52% di ragazziche si adegua alle scelte del gruppo. “L’adolescente  ondeggia naturalmente tra sentimenti di onnipotenza e grandi fragilità e insicurezze, ma negli anni recenti, complice certamente un indirizzo sociale che tende verso la competitività spinta, abbiamo osservato un significativo aumento proprio delle fragilità e delle insicurezze. Pensiamo soltanto all’incremento significativo delle patologie legate ai disturbi della condotta alimentare (prima tra tutte l’anoressia); delle sindromi depressive o – ancora più grave – dei fenomeni suicidari”.

“Acquiescenza pericolosa – spiega Garofalo – perché non è detto che comporti solo andare a vedere un film che non piace, ma può significare anche dover compiere azioni rischiose se non addirittura illecite”. 

 

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