A Bruxelles si discute proposta per “vestire” i pacchetti di sigarette con messaggi negativi e per togliere i loghi delle case produttrici, sul modello delle leggi in vigore in Australia e Nuova Zelanda.
L’annuncio è giunto dalla VI Conferenza Nazionale sulla BPCO “Quale futuro per i pazienti BPCO – Rapisci il tuo Respiro”, organizzata dall’Associazione Italiana Pazienti BPCO Onlus.
La BPCO, Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva, è una malattia polmonare progressiva, solo parzialmente reversibile con opportuni trattamenti farmacologici. Il fattore di rischio più importante nella BPCO è il fumo di sigaretta, ma anche quello di pipa, sigaro, e altri tipi di tabacco; il fumo passivo contribuisce all’insorgenza della BPCO e allo scatenarsi dei sintomi.
Durante il convegno è stata presentata in anteprima una proposta di cui si sta discutendo a Bruxelles: realizzare una nuova veste grafica per ostacolare lo strapotere del brand, dedicando l’80% del pacchetto ai messaggi negativi, in parte già presenti, e solo al 20% alla marca della sigaretta, senza logo. In questo modo si saprà che sigarette si comprano, ma si slega il marchio dalle precise e potenti scelte commerciali, di marketing, di pubblicità.
In Italia il fumo uccide oltre 70.000 persone ogni anno, di cui 30.000 solo per tumore al polmone. Se si considerano i 5.000 morti anno per incidenti stradali si capisce la rilevanza del problema. Nonostante le avvertenze sui pacchetti, 12 milioni di persone in Italia fumano circa 70 miliardi di sigarette l’anno.
“Se dovesse arrivare al Parlamento ogni Paese europeo dovrà far pressione sui propri parlamentari” – spiega il Prof. Stefano Centanni, Presidente SIMER e Ordinario Malattie Respiratorie Università degli Studi di Milano – “In America la proposta non è passata perché lì le lobby del tabacco sono potentissime. Purtroppo la lotta contro le multinazionali è molto difficile perché hanno possibilità di marketing infinite. Ma se si riuscisse potrebbe essere una svolta: annullare un marchio commerciale potrebbe determinare una disaffezione”.
Sono gli adolescenti ad essere maggiormente attenti al brand dei colossi del tabacco, piazzato spesso tra eventi sportivi mondiali e con testimonial d’eccezione.
Il Prof. Stefano Centanni ne approfitta per dare alcuni consigli per i più giovani: “Non occorre spaventarli con patologie, né sottolineando la possibilità di incidenza di malattie. Fate capire loro quanto è cattivo l’odore del fumo. Quanto è fastidiosamente puzzolente l’alito e la pelle. Che i denti diventano gialli e i capelli opachi. Che fumare diminuisce la potenza sessuale. Chi fuma è un depresso, che combatte la sua depressione con il fumo della sigaretta. E chi è vittima della nicotina, non è una persona libera”.
…mi fa veramente ridere in quanto sono gli stessi governi che da una parte fanno il perbenismo contro il fumo e dall’altra se ne fregano dei 70 mila morti all’anno in quanto l’introito e troppo alto per rinunciarvi. …vergogna !!!!!