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Marò in India, Alta Corte respinge ricorso del governo italiano

Scritto da Chiara Pane il 30.05.2012

Marò in IndiaNon migliora la vicenda dei due marò italiani arrestati in India con l’accusa di avere ucciso due pescatori. L’Alta Corte di Kochi ha respinto ieri il ricorso del governo italiano riguardante la giurisdizione da applicare. Massimiliano Latorre e Salvatore Girone dovranno, dunque affrontare un processo in India.

Il ricorso presentato dal governo italiano mirava innanzitutto al riconoscimento della giurisdizione italiana, perché l’incidente è avvenuto in acque internazionali; inoltre chiedeva l’annullamento del referto della polizia del Kerala che ha condotto le indagini.

Il giudice P. S. Gopinathan ha rigettato in pieno il ricorso del nostro governo. Come si legge nella versione online del quotidiano The Times of India, il giudice ha riconosciuto l’autorità della polizia del Kerala e la giurisdizione indiana sul caso. L’Ansa riferisce inoltre, che il giudice Gopinathan ha motivato la sua decisione facendo riferimento ad una sentenza del 1981 che impone allo stato di intervenire fino “al limite della Zona di interesse economico”, se il passaggio di una nave crea problemi alla sua sicurezza.

Sempre sul The Times of India vengono riportati gli aggettivi che il giudice ha utilizzato per descrivere il caso, ovvero “una sparatoria brutale e crudele”. Per di più Gopinathan sembra essere convinto che i nostri due marò non possano godere dell’immunità poiché hanno agito secondo iniziativa personale.

Come se non bastasse, ed ecco che la vicenda diviene sempre più paradossale, il giudice ha criticato l’intesa raggiunta fra lo stato italiano e le famiglie dei due pescatori uccisi, ritenendolo un accordo extragiudiziale improprio. Ha così condannato il nostro stato a pagare un’ammenda di 100 mila rupie (circa 1.400 euro) e alle due famiglie indiane una multa di 10 mila rupie ciascuno (circa 144 euro).

Nonostante l’esito negativo, gli avvocati che stanno seguendo il caso non si sono persi d’animo ed hanno iniziato a lavoro per analizzare la sentenza, lunga oltre 60 pagine, emessa ieri dallo stesso Gopinathan. Inoltre domani i legali dei due marò saranno ascoltati da un altro giudice dell’Alta Corte, N.K. Balakrishnan, chiamato a decidere sulla richiesta della libertà dietro cauzione. In pratica c’è ancora la possibilità che ai due fucilieri del reggimento San Marco sia permesso di attendere l’esito del processo in condizioni di libertà vigilata.

I commenti e le parole di solidarietà del popolo italiano si fanno sentire, ma non bastano. A tal proposito l’agenzia Asca riporta le parole dell’ex ministro della difesa Ignazio La Russa che ha lanciato un appello affinché l’Italia tutta si mobiliti per far tornare in patria i nostri militari. “é giunto il momento di una grande mobilitazione permanente per far tornare in Italia i due marò sequestrati in India” ha affermato. Aggiungendo poi: “Non basta più il buon interessamento dei ministri competenti o della Marina. La loro liberazione deve essere considerata veramente prioritaria da tutto il sistema Italia”. L’ex ministro ha quindi invitato i cittadini a partecipare al corteo indetto dal Comitato indipendente Salviamo i Marò, che si terrà sabato 2 a Roma.

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