Con 20 milioni di persone già colpite da questa malattia tropicale parassitaria, il morbo di Chagas potrebbe trasformarsi in una pandemia che si potrebbe diffondere in tutto il continente americano, se non oltre.
Un rapporto pubblicato questa settimana sulla rivista PLoS ha avvertito che il morbo di Chagas – una malattia trasmessa da insetti parassiti all’uomo – potrebbe essere un grave rischio per il futuro dei paesi occidentali (per ora gli Stati Uniti). Gli esperti in malattie tropicali che hanno studiato la malattia hanno trovato diversi aspetti che rendono Chagas molto simile all’HIV. Anche se finora la malattia è considerata per lo più un’epidemia dei poveri, gli Stati Uniti hanno iniziato ad avere un numero significativo di malati di Chagas. Il Texas sembra essere lo stato più vulnerabile, a causa probabilmente della trasmissione della malattia da immigrati clandestini – e quindi privi dei controlli sanitari di routine – che entrano nel territorio americano.
Un breve sguardo ai sintomi della malattia e alla velocità della sua diffusione è sufficiente per capire perché gli esperti sono così preoccupati da chiamare il morbo di Chagas la nuova peste d’America.
Il primo caso ufficiale dell’era moderna del morbo di Chagas è stato riportato nel 1900, ma la malattia è conosciuta dagli indiani d’America da 9.000 anni. Un parassita, denominato Trypanosoma cruzi, è la causa della trasmissione del morbo di Chagas. Una volta che il parassita entra nel corpo, inizia a moltiplicarsi all’interno delle cellule e una volta che le cellule non possono più contenerlo viene rilasciato nel flusso sanguigno.
La malattia di Chagas ha due fasi, ma la fase cronica è più grave in quanto l’infezione può rimanere nascosta per decenni. Sebbene evolve solo in un terzo dei pazienti, la fase cronica del morbo di Chagas tende ad essere molto dannoso, con complicazioni cardiovascolari e intestinali.
Gli autori del rapporto hanno spiegato che ci sono “una serie di sorprendenti analogie tra le persone che vivono con il morbo di Chagas e le persone che hanno contratto l’HIV nei primi due decenni dell’epidemia”. Inoltre, come si legge nella relazione, la “malattia endemica di Chagas è emersa prima nelle fasce di popolazione meno protette e quindi viene sottovalutata in America, proprio come avvenne in America Latina e negli Stati Uniti durante i primi anni dell’epidemia di HIV/AIDS”.