Mentre sto ascoltando Girolamo Frescobaldi, mia recente scoperta, anche se il musicista è del 1500-1600 e non riuscirà a scalzare dall’aureo trono mio personale Claudio Monteverdi, mentre ascolto il grande Frescobaldi sto pensando al rumore. Gli esseri umani, se ci pensate, fanno un sacco di rumore. Parlano spesso troppo e a voce troppo alta, emettono suoni inarticolati e, come se non bastasse, hanno trovato svariati modi per fare chiasso.
Gli animali sono molto più sobri: cinguettano, abbaiano, talvolta miagolano, ragliano e già il raglio appare suono potente. Gli animali frusciano, gli uomini calpestano pesantemente il terreno. Gli animali raspano, gli uomini scavano. Gli animali picchiettano un tronco, gli uomini abbattono un albero. (Anche gli elefanti? Già forse sì).
Ma certo ci sono altri rumori della natura che sovrastano il rumore umano, così come esistono rumori umani gradevoli.
E tutto poi è soggettivo: a me piace il rumore delle campane. Io non sento i rumori prodotti dagli animali. Qualcuno si abitua e dorme anche col rumore del traffico. Qualcuno non sente più il rumore di un torrente che passa sotto casa.
Immagino però che il sibilo di un trapano, che il rumore di un martello pneumatico o di un allarme siano rumori che danno fastidio a tutti.
Talvolta mi stupisco del fatto che l’essere umano non impazzisca di fronte alla costante presenza di rumori molesti. Pare che ci sappiamo adattare, ma pare anche che l’inquinamento acustico sia un problema molto grave che addirittura diminuisce le aspettative di vita.
I rumori umani sono molesti anche per gli altri esseri viventi, le balene ad esempio soffrono molto i rumori prodotti dalle navi.
Abbiamo il diritto di imporre a tutti anche i nostri rumori, oltre a tutto il resto? Io sono convinta di no.
Quando canto talvolta i miei gatti si innervosiscono, se non si allontanano, io smetto di cantare, perché altrimenti il mio grosso gatto maschio cerca di mordermi la mano.
Questa è una situazione anche buffa, ma il problema dei rumori è pesante e ha ricadute molto gravi.
Delle volte mi pare che gli esseri umani non siano mai paghi: continuano a cambiare qualcosa nella loro vita, nella loro casa, nella loro città e così fanno rumore.
Credo che sarebbe buona cosa nel futuro prevedere rumori che non diano fastidio ad altri esseri viventi, insomma lasciamo in pace le balene. E poi credo che, quando si compra casa, si debba considerare la rumorosità del luogo, le abitudini notturne e diurne (io ad esempio ho ritmi diversi dalla maggior parte della gente: lavoro fino a tardi la notte e al mattino dormo, se posso, un po’ di più). Insomma i rumori come discrimine.
Il silenzio perfetto ci spaventerebbe, ma il silenzio di un bosco abitato da uccelli, percorso dagli animali e magari con un ruscello discreto è un silenzio che cura. Il locus amoenus, l’eden doveva di certo essere così, con esseri umani molto silenziosi o molto musicali.