Stando al nuovo rapporto della Università dell’Anglia Orientale, i governi non darebbero sufficiente peso ai progetti delle comunità sulle energie rinnovabili. Il report, pubblicato ieri, esamina infatti gli impatti nella lotta ai cambiamenti climatici che avrebbero iniziative quali i pannelli solari della comunità, le turbine eoliche, i generatori di energia idro-elettrica, se fossero supportati in maniera adeguata dai governi centrali. È innegabile quanto ormai sia penetrata nel programma legislativo del governo di coalizione la filosofia della ‘Big Society’, quella scuola di pensiero che vorrebbe affidare alla collettività la gestione dei servizi pubblici, emancipandosi dallo stato, fatto questo che ha richiesto e richiede tutt’ora da un lato il coinvolgimento sociale di milioni di persone che dovrebbero mettere in atto azioni orientate al risparmio e all’efficienza energetici, dall’altro la riforma dei servizi pubblici, liberati dalla burocrazia centralizzata e aperti a nuovi soggetti come Enti benefici, organizzazioni sociali e imprese private.
Sono altrettanto innegabili i passi avanti nel sostegno al settore compiuti dal governo britannico nella nuova strategia sull’energia, che mira al concetto di energia partecipata: attraverso il supporto del governo ai progetti di energia locale, le comunità potranno limitare i proprio consumi energetici grazie al controllo diretto della bolletta. Ma tutto questo non basta: i ricercatori confermano l’urgenza di una migliore politica di sostegno per i progetti ambientali collettivi.
Partendo dall’analisi di 12 progetti su piccola scala tesi a ridurre il consumo di energia nelle comunità locali in tutto il Regno Unito, il team di ricercatori dell’Università dell’Anglia Orientale e dell’Università del Sussex hanno concluso che sono necessarie scelte più radicali e coraggiose in ambito energetico per far fronte alla questione dei cambiamenti climatici.
Il progetto di pannelli solari a Brighton, lo sviluppo di una casa ecocompatibile a Bristol, la produzione di energia idroelettrica in Cumbria, sono solo alcuni esempi dei casi studiati, con l’intento non solo di comprendere il tipo di conoscenza alla base, il sostegno e le risorse necessarie affinché questi progetti prosperino realmente, ma anche di confrontare tali esigenze con ciò che effettivamente è disponibile per aiutarli nella fase di start up.
“La pressione combinata del cambiamento climatico globale e le minacce alla sicurezza energetica – ha dichiarato il ricercatore Dr. Gill Seyfang, dalla scuola di UEA di Scienze Ambientali – significano che dovremo ripensare in maniera più radicale l’energia sostenibile. Ciò che ci premeva sapere è in che modo i progetti collettivi di risparmio energetico, gestiti da organizzazioni di volontariato, scuole, aziende e gruppi di fede, possano fornire un contributo”.
Quello che è emerso dalla ricerca, finanziata dal Consiglio di Ingegneria e Scienze Fisiche (EPSRC) e EDF Energy, è indubbiamente un grande entusiasmo verso i progetti delle comunità innovativi e su piccola scala, cui corrisponde però un’inadeguatezza di risorse disponibili non sufficienti a supportarli completamente.
“Ciò che è veramente necessario – continua Gill Seyfang – è un sostegno politico a tutti i livelli che sia realmente flessibile e su misura. Sebbene la consulenza tecnica sia disponibile attraverso manuali e borse degli attrezzi, permangono spesso alcune fattori critici, che vanno dal supporto nelle decisioni politiche ai modelli finanziari e alla resistenza emotiva. Nonostante le diverse resistenze, la strategia collettiva dell’energia ha adottato molti dei nostri suggerimenti, ma la strada da percorrere è ancora lunga. Una grande priorità per il governo consiste nel riconoscere che molti progetti energetici della comunità mirano ad affrontare la povertà energetica, a sviluppare le comunità più forti e la generazione o il risparmio energetico. La valutazione e il monitoraggio delle prestazioni dovrebbero concentrarsi sulla analisi di questi diversi tipi di risultati, e non semplicemente sulle quantità di energia prodotta”.
L’energia collettiva svolge un ruolo importante in un futuro energetico sostenibile per il Regno Unito, ma richiede innegabilmente una politica di sostegno condivisa, lo sviluppo della comunità e l’inclusione sociale. In poche parole un grande cambiamento culturale.