Podio per l’Italia nelle Olimpiadi mondiali della bioarchitettura, il Solar Decathlon 2014, la manifestazione internazionale di Versailles, con il progetto RhOME for density, sviluppato dal team dell’architetto Chiara Tonelli del dipartimento di Architettura dell’Università di Roma Tre. Il team ha sviluppato il prototipo di casa solare di 65 metri quadrati formato da cucina, soggiorno e camera da letto. L’abitazione è integrabile in realtà abitative già esistenti ed è totalmente autosufficiente dal punto di vista energetico.
Dopo le prime tre gare, RhOME sembra conquistare sempre di più la giuria di Versailles, composta da Wang Shu – Pritzer Prize 2013, Francoise Heléne Jourda e Thomas Herzog, con un progetto architettonico decisamente sostenibile e a basso costo: medaglia d’argento nella prova di Architettura (“Semplice e perfetta allo stesso tempo, con un’ottima circolarità e un’integrazione innovativa delle tecnologie”), il primo e il secondo posto nelle prove extra di Lightning Design e Social Housing.
Il progetto italiano si sta confrontando con altri 19 progetti finalisti, provenienti da 16 paesi diversi su 10 prove diverse: architettura, ingegneria e costruzione, efficienza energetica, bilancio energetico, comfort, funzionamento della casa comunicazione e sensibilizzazione sociale, urban design trasporto e accessibilità, innovazione, sostenibilità. Ciò che lo differenzia dagli altri 19 prototipi in gara è la facile costruzione e l’attualizzazione nel contesto urbano.
“Anche se il prototipo è realizzato per la partecipazione a una competizione che richiede prestazioni estreme e potrebbe essere soltanto una ‘macchina da gara’, abbiamo voluto progettarlo e gestirlo come una casa vera, nella quale una famiglia possa abitare con ottimi livelli di comfort e una bolletta energetica a bilancio zero”, spiega Gabriele Bellingeri, docente di Roma Tre e responsabile per RhOME delle strategie energetiche e della costruzione. “Questa visione ci consente di sperimentare l’efficacia, in termini di rapporto tra comfort e consumi energetici, di soluzioni abbastanza economiche da essere molto competitive sul mercato e che possano da subito essere trasferite in un vero edificio delle nostre città”.
Uso di materiali naturali e rinnovabili, riutilizzo e riciclo, autoproduzione di energia solare sono solo alcune delle innovazioni tecnologiche del prototipo. Ma anche il sistema Smart Energy Management firmato Almaviva per il monitoraggio digitale dei consumi energetici, la pompa di calore multi stagionale della Daikin Italy che utilizza un gas refrigerante con un potenziale di riscaldamento globale inferiore del 67% rispetto a quelli tradizionali, il sistema di ‘difesa passiva’ della casa, una struttura in legno a cura di Rubner totalmente sostenibile in grado di mantenere costante la temperatura interna delle abitazioni, consentendo un risparmio sulle spese energetiche e i miscelatori ecofriendly della Ideal Standard che riducono dell’80% il consumo di acqua pur conservando appieno la potenza di getto.
“Per realizzare una casa davvero sostenibile e ragionevolmente economica, tutte le componenti che concorrono alla sua efficienza energetica devono lavorare in grande sinergia”, continua Gabriele Bellingeri. “La casa è studiata per ottimizzare i guadagni termici in inverno e minimizzarli in estate; ottenere la massima qualità della luce naturale; generare condizioni di comfort senza sprechi energetici e integrare al meglio i sistemi fotovoltaici e termodinamici di captazione dell’energia solare”. Il sistema di monitoraggio e regolazione dei consumi è pensato, come tutto il prototipo, per essere facilmente fruibile: “Abbiamo progettato un’interfaccia semplice ed efficace simile al cruscotto di una automobile per far comunicare la casa con chi la abita. In questo modo l’utente acquista consapevolezza del peso dei comportamenti sui consumi e sul risparmio energetico. Non c’è efficienza senza coinvolgimento e partecipazione”, dice Bellingeri.
Il progetto di illuminazione di RhOME è dell’azienda italiana That’s my Led e mixa luce naturale e artificiale. “Nel prototipo, il normale risparmio energetico delle lampade LED (35% rispetto alle fluorescenti e 70% rispetto alle alogene) viene aumentato al 46 e 78%, grazie alla qualità del progetto di illuminazione – spiega Marco Frascarolo ingegnere dell’Università Roma Tre, responsabile illuminazione del progetto. Abbiamo inoltre utilizzato materiali brillanti, colorati e personalizzabili con l’obiettivo di garantire il massimo comfort visivo. L’illuminazione esterna, poi, garantita da lampade con piccole celle fotovoltaiche, garantisce un’autonomia di cinque ore a piena carica e l’accensione può essere manuale oppure gestita da crepuscolare”. I
noltre, l’arredamento di RhOME è in parte recuperato da vecchi mobili restaurati grazie alla guida di CMWood, in parte (cucina e camera da letto) disegnato e prodotto per essere recuperato (al 100%) e riutilizzati (al 90%) totalmente alla fine del ciclo di vita.
Da oggi riprendono le prove più impegnative, quelle attinenti ingegneria, efficienza energetica, sostenibilità, innovazione per concludersi il 12 luglio con la premiazione del vincitore.