Nel mio cervello passa e ripassa,
come se fosse nella sua casa,
un gran bel gatto forte e leggiadro.
Quando miagola lo sento appena,
è così tenero, così discreto;
ma che la voce si calmi o aggrondi,
ha sempre toni ricchi e profondi:
è là il suo fascino, il suo segreto
Baudelaire
Il gatto, lo dico spesso, è poesia, il cane è invece più prosa… entrambi sono necessari alla nostra vita.
Io coabito con tre gatti: due femmine e un maschio.
I tre gatti sono arrivati in tempi diversi e hanno storie e caratteri profondamente diversi: il gatto Trillo è arrivato per primo, è spesso ammalato, malattie autoimmuni, fin da piccolo è stato manipolato e ha un carattere nervoso, un poco aggressivo, ma solo se lo si infastidisce troppo, quando vuole attenzioni sa come ricercarle. È un gatto molto bello, tigrato, un classico europeo. Indolente e pigro in casa, dominatore nel suo territorio.
Quando aveva circa due anni ed era l’incontrastato signore della casa, è arrivata Brina, la gatta che ora ha quasi due anni, contrariamente a Trillo, gatto di un’amica, viene dalla strada. Mi ha proposto di accoglierla il veterinario, un caro amico (mio ex alunno, lo dico per puro orgoglio). Brina da cucciola ha subito un incidente ed è stata portata dal mio amico col bacino rotto. Si è saldato poi da solo, ma un poco storto, questa piccola anomalia in realtà aumenta la grazia e la particolarità di Brina che, abbiamo poi scoperto, è gatta di razza: un angora turco, tutta bianca con un occhio verde e uno azzurro. È gatta affettuosissima, ha bisogno di attenzioni, è di una intelligenza sorprendete anche in un gatto, animale di per sé di grande intelligenza e intraprendenza…
Si è molto attaccata a me ed è molto gelosa.
Trillo ha seguito la piccola Brina per lungo tempo, dopo il suo arrivo, ha anche cercato di farci capire che non la gradiva molto occupando spesso la sua cuccia… però non l’ha mai attaccata. È tornato a dormire con noi per un po’, poi è tornato alla solita vita, giocando anche con Brina, sia in casa che fuori, nei boschi vicini alla nostra casa.
Infine, in seguito alla morte di mia madre, è da poco arrivata Fufi, sorella di Trillo, una gattona pacifica di 7 chili (ora a dieta), che, traumatizzata dalla perdita di mia madre (erano in assoluta simbiosi) e dal cambiamento di casa, è stata per un certo periodo sotto il letto, ne usciva solo per mangiare, perché è di buon appetito.
Trillo ha accolto la nuova venuta con tranquilla curiosità, una o due intruse che cambia? Invece Brina ha avuto da dire la sua con una certa qual veemenza… per cui è stato con soddisfazione che abbiamo accolto dopo mesi segni inequivocabili di avvenuta integrazione: Fufi si serviva non della sua sabbietta, ma di quella comune (chissà perché preferiscono adottare un unico punto-toilette) e spesso ho trovato le due dormire vicine, sulla stessa coperta ambita da entrambe.
Frequenti sono le lotte, Brina pesa la metà di Fufi, che bianca e nera dagli occhi tondi e interrogativi, la forza di Brina è l’agilità estrema, quella di Fufi la stabilità. E Trillo? Ogni tanto anche lui partecipa alle diatribe e ai giochi, ma come ogni vero gatto maschio lui preferisce controllare il territorio.
Ora forse i lettori se sono arrivati fin qui è perché amano i gatti o perché vogliono capire a che pro questo quadretto familiare…
Scioglierò dunque l’enigma.
Poniamo che Trillo o Brina o Fufi si allontanino un po’ troppo e vengano scambiati per gatti randagi, grazie alla nuova direttiva UE sulla vivisezione potrebbero essere usati come cavie. In realtà in Italia l’uso di cani e gatti randagi è vietato da tempo, ma non si sa mai.
Questo è il lato più evidente di questa discussa legge. In realtà c’è chi dice che la legge migliora la condizione delle cavie, chi dice il contrario.
Io sono per l’abolizione in toto degli esperimenti a scopo pseudo scientifico sugli animali, anche sui topi (sono forse robottini i topi? Non sentono il dolore? L’angoscia?).
Ci sono metodi alternativi di studio, le cellule staminali per esempio; poi, diciamolo, quello che va bene per i topi magari non va affatto bene per un essere umano; infine, anche fosse il metodo migliore e meno costoso, sarebbe giusto per la nostra specie commettere questo genocidio solo per auto conservarsi? Mio padre ha avuto l’Alzheimer eppure io sono contro gli esperimenti sui macachi, anche se si arrivasse a sconfiggere questa malattia. Lo dico con certezza anche perché sono sicura che non è questa la strada per le scoperte, ma piuttosto davvero le nuove frontiere della ricerca.
Il punto qual è? Il punto sono gli interessi delle case farmaceutiche, tutto qui, ancora il vile denaro, ancora il tornaconto, ancora l’accumulo che dispregia la vita, la sfregia, che porta dolore e angoscia in esseri che hanno un DNA terribilmente uguale al nostro… infatti chissà quanti esperimenti sugli umani si fanno anche a nostra insaputa, basti pensare al famoso vaccino contro l’influenza di quest’ultimo inverno!!! Però noi possiamo difenderci, gli animali no!
Se, come me, siete contrari a queste inutili sofferenze potete esprimere il vostro dissenso ad esempio firmando questa petizione che si deve alla collaborazione tra Veronesi e la Brambilla, quindi una petizione trasversale, e meno male!
Ecco il link:
http://www.lacoscienzadeglianimali.it/index.php/il-manifesto
Vivisezione per i farmaci molto spesso inutile,circa il 50% dei farmaci sperimentati su animali e che hanno passato il test, sono risultati tossici per l’uomo. Peccato che invece un’alta percentuale di questi farmaci etichettati come “tollerabili” siano stati in realtà causa di effetti gravissimi ed addirittura letali.Altri invece non hanno nessun effetto terapeutico sull’ uomo nonostante lo abbiano sugli animali o viceversa questo perche’La grande truffa della vivisezione si basa su un assioma semplicissimo: ogni specie è differente, per metabolismo e altri parametri fisiologici, di conseguenza nessun risultato conseguito sugli altri animali sarà mai estrapolabile all’uomo. Nessuna specie animale, compreso l’uomo, può costituire modello sperimentale per nessun’altra specie.