Il direttore del Parco nazionale della Maiella Nicola Cimini -direttore di lungo corso- ha pubblicato un ampio e interessante contributo sulla discussione avviata al senato per modificare proprio nel ventennale la legge 394 del 91. Dico subito che dopo tante ambigue manfrine e omissis sulla reale portata di quel testo, finalmente una voce senza peli sulla lingua tanto più meritevole perché proveniente da chi da anni opera nel mondo dei parchi oggi malmesso e a rischio anche per i troppi silenzi.
Ecco, Cimini senza tanti fronzoli e con precisi e documentati riferimenti non solo alla legge ma anche alle esperienze e situazioni concrete sulle quali anche in questo mesi si è preferito far finta di nulla persino in sedi che avrebbero dovuto mostrare ben più coraggio per il loro ruolo istituzionale, mette le carte sul tavolo. E lo fa innanzitutto ricordando puntualmente le modifiche e i sabotaggi che negli anni hanno via via azzoppato, penalizzato, paralizzato la legge del 91.
E lo fa mettendo in guardia nei confronti dei nuovi danni che deriverebbero dal testo del senato se dovesse andare avanti sia per quanto riguarda il ruolo degli enti parco, dei direttori e della vigilanza affidata al CFS ma non direttamente al parco bensì al ministero. Vi sono naturalmente anche aspetti che dovranno essere più attentamente approfonditi; penso alla legge 426 che comunque aveva ed ha il merito di indicare obiettivi e finalità all’operato dei parchi in ambiti molto importanti come le coste, le Alpi, gli Appennini. Ma penso soprattutto al fatto che il testo del senato cancella i parchi e le aree protette marine regionali un punto su cui i silenzi appaiono tuttora tombali.
Anche per questo abbiamo voluto riportare l’intervento di Nicola Cimini sul nostro sito www.grupposanrossore.it.
Renzo Moschini