Dopo l’appello di Medici senza Frontiere l’OMS rilancia l’allarme per la gravissima minaccia che il virus Ebola rappresenta in questo momento per l’Africa. Sono 3 i paesi coinvolti finora, 600 i casi dal marzo scorso e 390 i decessi. Per l’OMS sono necessarie subito misure più intense e drastiche per bloccare il diffondersi della malattia.
Il virus di Ebola è già comparso in Africa, ma questa volta preoccupa per la velocità con cui si sta diffondendo soprattutto nelle grandi città. La mortalità di questa malattia può raggiungere anche il 90%.
L’OMS e il Global Alert and Response Network (GOARN) fanno sapere in un comunicato che i loro partner stanno fornendo orientamento e sostegno e hanno inviato squadre di esperti verso i paesi dell’Africa occidentale e presso l’ufficio regionale africano dell’OMS a Brazzaville, in Congo.
Le squadre sono formate da epidemiologi, esperti di laboratorio per la diagnosi precoce, esperti di gestione clinica, esperti di infezione e controllo, di logistica e della comunicazione.
Secondo l’OMS è fondamentale che l’azione sia coordinata fra tutti i paesi: per questo sono state convocate le principali autorità sanitarie dei paesi colpiti e vicini a Accra, in Ghana per il 2 e il 3 luglio, per concordare una risposta operativa completa e controllare l’epidemia di Ebola.
Fino ad oggi in Guinea sono stati segnalati 396 casi e 280 decessi, in Sierra Leone 176 casi e 46 morti e in Liberia riporta 63 casi e 41 decessi.
Nei giorni scorsi Medici senza Frontiere, che ha inviato aiuti insieme all’UNICEF aveva lanciato l’allarme perchè la malattia continua a diffondersi e MSF non ha più risorse per arginarla.
Il pericolo è grande perchè la malattia è arrivata nelle grandi città, cosa che finora non era mai successa. In città è molto più difficile seguire il corso dei contagi e le persone potenzialmente contagiate in isolamento. Inoltre l’usanza di partecipare ai funerali e lavare i morti secondo la tradizione e la volontà di accudire i propri parenti amplificano la possibilità di contagio.
Come raccontato da MSF la malattia non è purtroppo conosciuta, neanche le autorità locali hanno sufficiente conoscenza per comunicare i comportamenti corretti per la prevenzione e questo naturalmente aumenta il pericolo per le popolazioni.
Anche gli ospedali attrezzati, raccontano da MSF, vengono visti con diffidenza in un primo tempo.
Ad oggi non ci sono divieti per i viaggi in aereo, ma chi arriva dai paesi infetti deve produrre un certificato che attesti la propria buona condizione di salute.