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Ebola, OMS lancia misure drastiche

Dopo l'allarme lanciato da Medici senza Frontiere oggi l'OMS ha reso nota una strategia per fronteggiare l'allarme Ebola in Africa

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 26.06.2014

Dopo l’appello di Medici senza Frontiere l’OMS rilancia l’allarme per la gravissima minaccia che il virus Ebola rappresenta in questo momento per l’Africa. Sono 3 i paesi coinvolti finora, 600 i casi dal marzo scorso e 390 i decessi. Per l’OMS sono necessarie subito misure più intense e drastiche per bloccare il diffondersi della malattia.

Ebola

Il virus di Ebola è già comparso in Africa, ma questa volta preoccupa per la velocità con cui si sta diffondendo soprattutto nelle grandi città. La mortalità di questa malattia può raggiungere anche il 90%.

L’OMS e il Global Alert and Response Network (GOARN) fanno sapere in un comunicato che i loro partner stanno fornendo orientamento e sostegno e hanno inviato squadre di esperti verso i paesi dell’Africa occidentale e presso l’ufficio regionale africano dell’OMS a Brazzaville, in Congo.

Le squadre sono formate da epidemiologi, esperti di laboratorio per la diagnosi precoce, esperti di gestione clinica, esperti di infezione e controllo, di logistica e della comunicazione.

Secondo l’OMS è fondamentale che l’azione sia coordinata fra tutti i paesi: per questo sono state convocate le principali autorità sanitarie dei paesi colpiti e vicini a Accra, in Ghana per il 2 e il 3 luglio, per concordare una risposta operativa completa e controllare l’epidemia di Ebola.

Fino ad oggi in Guinea sono stati segnalati 396 casi e 280 decessi, in Sierra Leone 176 casi e 46 morti e in Liberia riporta 63 casi e 41 decessi.

Nei giorni scorsi Medici senza Frontiere, che ha inviato aiuti insieme all’UNICEF aveva lanciato l’allarme perchè la malattia continua a diffondersi e MSF non ha più risorse per arginarla.

Il pericolo è grande perchè la malattia è arrivata nelle grandi città, cosa che finora non era mai successa. In città è molto più difficile seguire il corso dei contagi e le persone potenzialmente contagiate in isolamento. Inoltre l’usanza di partecipare ai funerali e lavare i morti secondo la tradizione e la volontà di accudire i propri parenti amplificano la possibilità di contagio.

Come raccontato da MSF la malattia non è purtroppo conosciuta, neanche le autorità locali hanno sufficiente conoscenza per comunicare i comportamenti corretti per la prevenzione e questo naturalmente aumenta il pericolo per le popolazioni.
Anche gli ospedali attrezzati, raccontano da MSF, vengono visti con diffidenza in un primo tempo.
Ad oggi non ci sono divieti per i viaggi in aereo, ma chi arriva dai paesi infetti deve produrre un certificato che attesti la propria buona condizione di salute.

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