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HIV: sperimentato nuovo vaccino pediatrico in Italia, ma manca prevenzione

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 02.12.2013

Sperimentato un  vaccino contro l’HIV, in Italia, presso l’Ospedale Bambin Gesù di Roma. Il vaccino potrebbe essere affiancato ai farmaci antiretrovirali, ma la LILA lamenta la mancanza di campagne di prevenzioni e lancia l’allarme per l’assistenza sanitaria al limite del collasso.

La sperimentazione è avvenuta su 20 bambini sieropositivi. Lo studio è stato condotto su un periodo di due anni e, alla sua prima sperimentazione, ha ottenuto risultati positivi.

Ad oggi non esiste un vaccino contro l’HIV. Tutte le sperimentazioni si sono arenate e hanno ottenuto scarse percentuali di successo.  Questo vaccino, la cui sperimentazione è stata descritta sulla prestigiosa rivista Plos One, ha avuto effetti benefici sulla riposta immunitaria al virus.

HIV

La sperimentazione è stata condotta dal dottor Paolo Palma, dell’equipe del professor Paolo Rossi in collaborazione con la cattedra di Pediatria dell’Università di Roma Tor Vergata.

I bambini coinvolti erano 20 fra i 6 e i 16 anni. Si trattava i bambini infetti per via materna, caso che riguarda il 95% dei bambini infetti in Italia.

Questi bambini vengono subito trattati con una terapia antiretrovirale che, modificata secondo le diverse necessità nel tempo, dovrà essere seguita per tutta la vita. La terapia antiretrovirale seguita così a lungo, oltre ad avere un costo in termini psicologici per il paziente, pesa sulle casse dell’assistenza sanitaria e a lungo termine diventa difficile da gestire anche in termini di efficacia della terapia. Per questo la realizzazione di un vaccino sarebbe estremamente importante.

L’esperimento si è svolto in questo modo. I 20 bambini hanno continuato a seguire la terapia antiretrovirale. Solo a 10 di loro, però, è stato somministrato anche il vaccino. I risultati hanno dimostrato che il vaccino è in grado di stimolare una migliore risposta immunitaria contro il virus dell’HIV. Secondo gli esperti questa sperimentazione potrebbe fungere da studio pilota per le prossime sperimentazioni.

Ad oggi, anche se lo chiamiamo vaccino, questo farmaco non debellerebbe completamente il virus, ma potrebbe affiancare efficaciemente la terapia antiretrovirale facendo diminuire sensibilmente i costi per i sistemi sanitari nazionali, che spesso costituiscono un impedimento all’accesso alle cure, specie nei paesi più poveri.

Il vaccino sperimentato è stato realizzato dal Karolinska Instituet di Stoccolma, nel gruppo della professoressa Britta Wahren (Svezia), secondo le specifiche dei ricercatori del Bambino Gesù.

Il vaccino ha ricevuto il via libera dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) e dal Comitato Etico dell’Ospedale. Le risposte immunologiche sono state studiate in collaborazione con il Laboratorio di Evoluzione e Trasmissione virale dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano.
 
La notizia della sperimentazione di questo vaccino è stata diffusa a ridosso della Giornata Mondiale contro l’AIDS e in molti hanno parlato di questo farmaco come di un vero e proprio vaccino. Ma da questo risultato siamo ben lungi. In più nella lotta contro l’AIDS si registra una sorta di ignoranza di ritorno: non se ne parla più, non si fa prevenzione, e anche se le terapie antiretrovirali sono sempre più efficaci, i casi di contagio continuano ad aumentare, soprattutto fra i giovani.

Vittorio Agnoletto, ex presidente di LILA, ha denunciato sul Fatto Quotidiano che il numero di contagi italiani è fra i più alti d’Europa. Dei contagiati, un terzo già accede alle terapie antiretrovirali, un terzo non ne ha ancora bisogno, ma ne avrà, e un terzo non sa di essere contagiato. Con l’aumentare delle richieste, secondo Agnoletto, presto le Regioni non potranno più rispondere alle esigenze dei malati. 

Per questo secondo Agnoletto sarebbe urgente investire in campagne di prevenzione.

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