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Il virus dell’aviaria mutato fa paura, ma abbiamo già il vaccino

Scritto da Paolo Ferrante il 05.05.2012

Influenza aviariaE’ stato creato in laboratorio un virus influenzale ‘chimera’ potenzialmente pandemico, in grado di trasmettersi tra mammiferi (per ora tra furetti) e che ha gli stessi geni del famoso virus dell’aviaria, da cui differisce solo per quattro geni. Secondo la dott.ssa Stefania Salmaso raggiunta da Gaianews.it, un’eventuale pandemia potrebbe essere combattuta con vaccini già presenti dal 2007.

“Il virus influenzale è un grande trasformista – ha dichiarato la Salmaso a Gaianews.it – che muta facilmente e che riesce a infettare praticamente tutti gli animali, compreso l’uomo.” Stefania Salmaso è direttrice del Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute (Cnesps) dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS).

L’influenza di distingue per alcune molecole che si trovano sulla sua superficie e che vendono riconosciute dal sistema immunitario. Ad esempio il virus dell’aviaria è chiamato H5N1 mentre quello che attacca l’uomo è chiamato H1N1. Quest’ultimo è in grado di trasmettersi da uomo a uomo tramite starnuti, tosse o un contatto ravvicinato tra persone. L’aviaria invece è trasmissibile all’uomo solo da un contatto ravvicinato e prolungato con pollame infetto.

“La caratteristica dell’H5N1 è quella di poter infettare anche gli uomini. Questa influenza però si è dimostrata nei casi studiati molto grave, con un grado di mortalità di quasi il 50%,” da detto la Salmaso.

Quando il virus dell’aviaria riesce ad innescare la malattia nell’uomo, è altamente mortale a causa del fatto che è praticamente sconosciuto al nostro sistema immunitario. Ma quanto è remota la possibilità che questo virus muti diventando trasmissibile da uomo e uomo? E’ quello che ricercatori si sono chiesti diversi anni fa, e che ha portato due gruppi distinti di scienziati, uno danese e uno americano, a tentare di mutare il virus in laboratorio, e riuscendoci con un numero di mutazioni sorprendentemente basso, quattro.

Ma le due ricerche non hanno avuto vita facile. Sono state infatti osteggiate dal governo americano, che ha accusato i ricercatori di star facendo un servigio ai terroristi di tutto il mondo, che sarebbero molto interessati a mettere le mani su un’arma biologica davvero temibile. Inoltre, un eventuale incidente in un laboratorio di ricerca che possedesse il virus lo farebbe liberare provocando un serio pericolo alla popolazione.

In un secondo momento, però, il comitato per la Biosicurezza americano aveva dato il via libera alla pubblicazione, scatenando ulteriori polemiche tra scienziati e nell’opinione pubblica.

Il nuovo virus ‘chimera’ ha il gene dell’emoagglutinina (HA) dell’H5N1 con sole 4 mutazioni, oltre ai geni del più comune virus H1N1. La molecola è stata creata da Yoshihiro Kawaoka della University of Wisconsin-Madison, e si è dimostrata trasmissibile da uomo a uomo come una normale influenza, potendo a questo punto innescare una potenziale pandemia.

Quello che hanno dimostrato i ricercatori è “la facilità con cui l’aviaria potrebbe diventare trasmissibile nell’uomo”, ha detto la Salmaso, “considerando il fatto che di per sé l’influenza è un virus che muta in continuazione, tant’è vero che di anno in anno abbiamo bisogno di creare un nuovo vaccino per restare immuni ad esso”.

Ma quanto è remota la possibilità di un errore umano all’interno di un laboratorio di ricerca? Secondo la Salmaso, “i laboratori sono altamente attrezzati per maneggiare virus pericolosi, come Ebola, Marburg, tipologie di virus che si diffondono molto facilmente. Quindi non è una situazione unica e i moderni laboratori dovrebbero rassicurarci e dovrebbero essere all’altezza di un rischio di questo tipo”.

Il vaccino per l’aviaria esiste già dal 2007

Ma realizzare un vaccino che possa fermare o almeno rallentare un’eventuale pandemia non è così difficile, secondo la Salmaso. Anzi, dopo l’emergenza aviaria che ci fu nel 2007, quando sembrava imminente una pandemia, i ricercatori hanno prodotto un vaccino che potrebbe rivelarsi efficace contro l’H5N1.

“Già nel 2007 sono stati autorizzati dei vaccini cosiddetti pre-pandemici, che dovrebbero essere efficaci contro il virus H5N1”, ha detto la Salmaso. “Naturalmente non posso affermare con certezza che i vaccini che abbiamo sarebbero efficaci, sono necessari test clinici che nessuno ha fatto in questo contesto. Posso però dire che la ricerca fatta sulla comune influenza aviaria ci ha messo a disposizione dei prodotti che, se si dovesse verificare una situazione di allarme su un nuovo ceppo di H5N1, sarebbe facilissimo adeguare quella tipologia di vaccino a qualsiasi virus appartenente alla famiglia H5N1”, conclude la Salmaso.

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