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Morto il medico-eroe che combatteva contro Ebola

E' morto Sheik Umar Khan, che da mesi curava i malati di Ebola in Sierra Leone. Contagiati anche un'igienista e un altro medico in Liberia

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 30.07.2014

Ebola ha fatto la sua prima vittima. Si tratta di un medico che da mesi combatteva contro il virus prestando cure a Kenea, in Sierra Leone. Un altro medico e una assistente, entrambi statunitensi, sono stati contagiati in Liberia e sono in grave pericolo di vita.

Sheik Umar Khan è stato un medico-eroe. Aveva 39 anni e in questi mesi ha lottato contro l’epidemia curando centinaia di pazienti e lavorando oltre 12 ore al giorno. Ma la malattia ha un altissimo tasso di mortalità e le probabilità di sopravvivere sono davvero poche.

Il virus ebola

Anche il medico 33enne Kent Brantly lotta fra la vita e la morte. Anche lui è stato contagiato mentre prestava cure in Liberia. Egli stesso ha dichiarato di essere terrorizzato dalla progressione della malattia. Come lui è stata contagiata un’igienista statunitense che lavorava nello stesso ospedale, Nancy Writebol, responsabile della decontaminazione di coloro che entravano e uscivano dalle stanze in cui i malati sono tenuti in isolamento.

Mentre l’epidemia non si arresta in Africa, avendo raggiunto Liberia, Guinea, Sierra Leone, ed essendo stato esportato un caso dalla Liberia in Nigeria, con in più un caso non confermato in Ghana, in occidente comincia a salire l’allerta.

Negli USA l’allerta dei Centers for Diseases Control è salita a 2 su 5 gradi. Si tratta di una probabilità di contagio remota, ma non è impossibile che un viaggiatore africano contagi coloro che hanno viaggiato insieme a lui.

Con l’allerta 2 i medici statunitensi sono obbligati ad essere informati sui sintomi della malattia e ai controlli persone con sintomi sospetti devono essere sottoposte ad analisi.

In Inghilterra il virus è stato definito come una minaccia per il Paese e per questo si stanno svolgendo riunioni interministeriali per decidere una strategia per fronteggiare un possibile pericolo.

In Italia il pericolo è meno elevato perchè non esistono voli diretti da quei paesi nei nostri aeroporti, ma il rischio resta, e per questo anche i nostri controlli sono diventati più severi.

Non esiste invece, secondo gli esperti della SIMIT, la possibilità di contagio attraverso i migranti che giungono nel nostro Paese con i barconi.

In Liberia intanto sono state sospese le partite del campionato di calcio perchè occasione di contagio. Sono pochissimi gli ingressi ancora agibili nel paese e sono strettamente controllate.

In altri paesi dell’Africa sono stati sospesi i voli da e per le città in cui il contagio si sta diffondendo.

L’OMS ha aumentato gli aiuti, ma ad oggi l’epidemia è ancora in espansione e non si è vicini a tenerla sotto controllo.

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