Secondo alcuni scienziati, i tibetani sono in grado di vivere ad alta quota grazie ad un gene particolare ereditato da un misterioso ramo, ora estinto, del genere Homo.
Gli antenati degli odierni tibetani avrebbero acquisito una variante chiave di un gene preposto alla regolazione dell’ossigeno nel sangue, probabilmente dopo essere venuti in contatto con la specie dei Denisova, di recente individuata nelle steppe siberiane.
Data infatti soltanto a quattro anni fa il primo ritrovamento delle ossa di un dito e di due molari appartenenti ad una specie contemporanea dei Neanderthal che, circa 80mila anni fa, abitava le regioni medio-asiatiche e che fu spazzata via dall’avvento dell’Homo sapiens. Anche per i Denisova, come è accaduto per i Neanderthal, il sequenziamento genetico ha consentito di appurare che un ramo separato di questa specie deve essersi necessariamente incrociata con gli esseri umani moderni, i Sapiens, lasciando tratti che sopravvivono nel pool genetico del DNA umano di oggi.
In uno studio pubblicato sulla rivista Nature, un team di scienziati cinesi, tibetani e statunitensi ha confrontato il genoma di 40 tibetani e 40 cinesi di etnia Han. Nel codice genetico dei tibetani è stata rilevata la presenza dell’insolita variante di un gene, chiamato EPAS1, che regola la produzione di emoglobina, la molecola che trasporta ossigeno nel sangue.
L’EPAS1 viene utilizzato per stimolare una maggiore produzione di emoglobina in caso di cali
di livello di ossigeno nel sangue. E’ risaputo che, salendo ad altitudini elevate, l’ossigeno atmosferico diventa sempre più rarefatto.
In quota, con la rarefazione dell’ossigeno, varianti comuni di questo gene producono quindi più emoglobina e globuli rossi, con aumento della viscosità del sangue, causa di ipertensione, basso peso alla nascita e mortalità infantile elevata. Niente di tutto questo è valido per i tibetani.
La variante genetica riscontrata nei tibetani fa sì che la produzione di emoglobina sia più contenuta, evitando così problemi di ipossia, sperimentati da molte persone, al di sopra dei 4000 metri di altitudine. “Abbiamo prove molto chiare che questa versione del gene provenga dai Denisova”, ha affermato Rasmus Nielsen, professore di Biologia integrativa presso l’Università della California, a Berkeley. “Questo dimostra molto espressamente che gli esseri umani si sono evoluti e adattati ai nuovi ambienti di alta quota prendendo i loro geni da un’altra specie”.
La variante di EPAS1 nei tibetani è quasi identica a quella trovata nei campioni fossili dei Denisova delle grotte siberiane. A parte i cinesi di etnia Han, non esiste infatti alcuna traccia negli altri gruppi etnici che probabilmente sono entrati in contatto con i Denisova, compresi i Melanesiani, il cui genoma comprende il 5 per cento di quello Denisova, la più alta percentuale riscontrata oggi.
Lo studio ipotizza che i gruppi di H. sapiens migrati dall’Africa si siano incrociati con i Denisova mentre attraversavano l’Asia centrale, prima di entrare nella Cina attuale, da dove si sarebbero poi divisi in due popolazioni, una che si sarebbe stabilita nel Tibet, l’altra nelle pianure, dove avrebbe successivamente dato origine al gruppo cinese Han di oggi.
La preziosa variante EPAS1 è presente in una percentuale dell’87 per cento nei tibetani attuali, mentre scende al nove per cento nelle popolazioni Han, anche se entrambi i gruppi hanno avuto un antenato in comune. “L’unico motivo per cui possiamo affermare senza dubbio che l’eredità genetica risale ai Denisova, lo dobbiamo al sequenziamento del DNA del piccolo dito rinvenuto in Siberia”, ha sottolineato Nielsen.